L’era glaciale – Una recensione
Mentre scrivo, va in onda la seconda puntata de L’era glaciale, sorta di late show con Daria Bignardi che si trasferisce da La7 a RaiDue. Cambia la rete, non cambia la formula. Il che non è né un pregio né un difetto. E’ semplicemente una constatazione.Mancava una recensione de L’era glaciale, su queste pagine, e
Mentre scrivo, va in onda la seconda puntata de L’era glaciale, sorta di late show con Daria Bignardi che si trasferisce da La7 a RaiDue. Cambia la rete, non cambia la formula. Il che non è né un pregio né un difetto. E’ semplicemente una constatazione.
Mancava una recensione de L’era glaciale, su queste pagine, e non c’era occasione migliore di una puntata intermedia, per così dire. La seconda puntata. La puntata perfetta per fare un piccolo bilancio.
Si parla, fatalmente, di televisione, in questo momento: ospite in studio, proprio ora, Stefania Rocca che, naturalmente, parla di Tutti pazzi per amore e de I Cesaroni, che la Rocca dice di non aver mai visto (probabilmente, di questi tempi, va di moda fare dichiarazioni del genere).
Che dire, dunque, di questo L’era glaciale? Che cerca di fare una crasi fra Che tempo che fa e Le invasioni barbariche, senza mai – per ora – raggiungere le vette del primo e senza mantenere la leggerezza del secondo. Che per il resto imita in tutto e per tutto: mica per altro, solo perché è quel che Daria faceva bene su La7 e ora prova a rifare su RaiDue. Anche se c’è qualcosa che non va.
La scenografia è respingente, e anche il pubblico, così lontano, non fa che raggelare tutto. Le telecamere non si fermano mai, il che potrebbe anche andare bene se i movimenti fossero un po’ più lenti e se non si eccedesse negli stacchi, continui, quasi frenetici. Eppure, in un late show, è l’ospite quello importante. Al massimo l’intervistatore con i suoi piani d’ascolto o con le sue domande. Non l’abilità del regista di staccare in continuazione.
Ma sarà questo, che non va? Fra un RVM e l’altro si passa al nuovo ospite: Debora Serracchiani, vero fenomeno politico di oggi, visto che per la prima volta da tempo si è sentita una donna, giovane e con un ruolo politico (l’avvocato è Consigliere Provinciale del PD di Udine) dire cose condivisibili. Onore al merito per averla portata lì in studio, per la prima volta, visto che nonostante le 35 ovazioni nessuno, all’interno del suo partito politico, l’ha contattata dopo un intervento decisamente maturo e intelligente.
L’abilità di cavalcare le novità è sempre stata uno dei cavalli di battaglia di Daria Bignardi, che anche questa volta si conferma attenta ai fenomeni che la circondano. E anche che provengono dal web, visto che Debora Serracchiani è un fenomeno che si è sviluppato prevalentemente sul web. Questo è un plus, non certo qualcosa che non va.
Glaciale, è glaciale, lo studio. Non c’è dubbio. E non c’è bisogno che Daria lo sottolinei, all’ingresso di Margaret Mazzantini, nuova ospite: è troppo freddo, tutto troppo freddo, immotivatamente, se posso. Probabilmente è questo, quello che non va. Ci ripenso, mentre sento la Mazzantini, mentre osservo – ho sempre pensato che un late show si debba poter ascoltare come alla radio, e questo funziona. Ma allora cosa c’è, che non va?
Divertente, la chiosa del momento-Mazzantini con una scena tratta da un film che un vero cultore del cinema trash italiano non può non riconoscere subito: Antropophagus di Joe D’Amato.
Buoni ospiti, niente di eccezionale l’ultimo, che pure ha fatto la storia della televisione. Aldo Biscardi. Che, con la Bignardi, faceva grandi ascolti su La7. E che fa, indirettamente, un tributo – non richiesto e non necessario – a Silvio Berlusconi. Ma non è neanche questo che non va: ci sta, è ovvio, sulla RaiDue di Marano. E allora?
E allora me lo rivela un’amica – di quelle 2.0, con le quali si parla delle cose in maniera pressoché esclusiva tramite internet -, me lo rivela lei perché a entrambi pareva evidente che ci fosse qualcosa di sbagliato, e merita di essere citata:
quel tronco in mezzo allo studio… ecco cosa c’è che non va in questo programma.