Home Serie Tv Legion, Jean Smart a Blogo: “Affascinante lo sguardo di Noah Hawley sulla psichiatria. Il finale? Una sorpresa fino all’ultimo secondo!”

Legion, Jean Smart a Blogo: “Affascinante lo sguardo di Noah Hawley sulla psichiatria. Il finale? Una sorpresa fino all’ultimo secondo!”

Blogo ha intervistato Jean Smart, nel cast di Legion, la serie tv in onda su Fox in cui interpreta la psicoterapeuta Melanie Bird

pubblicato 6 Marzo 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 12:35

Nel mondo di Legion, la psichedelica serie tv di Fx -che da noi va in onda ogni lunedì alle 21:50 su Fox (canale 112 di Sky)- l’analisi psicologica dei personaggi e, soprattutto, del protagonista David (Dan Stevens) è fondamentale nel cercare di districare la complessa trama ideata da Noah Hawley ed ispirata agli omonimi fumetti della Marvel.

Per questo, è stato introdotto il personaggio di Melanie Bird, psicoterapeuta dall’approccio non ortodosso con i suoi pazienti, che prende a cuore il caso del protagonista e lo aiuta a tenere sotto controllo i suoi poteri. Ad interpretare questo personaggio c’è Jean Smart, attrice vincitrice di tre Emmy Awards (due per Frasier ed uno per Samantha Chi?) e volto noto per chi ha seguito ed apprezzato la seconda stagione di Fargo (creata sempre da Hawley), in cui ha interpretato la matriarca Floyd Gerhardt.

Proprio questo ruolo ed il suo lavoro precedente con l’autore le ha permesso di salire a bordo di questo nuovo progetto: come ha raccontato in questa intervista a Blogo, la Smart non ha neanche letto la sceneggiatura prima di accettare il ruolo, convinta della bravuta dell’ideatore della serie. Ma la Smart ci ha anche parlato del suo personaggio, delle differenze tra Fargo e Legion e di cosa si deve aspettare il pubblico nella seconda parte di stagione. Attenzione: l’intervista contiene spoiler.

Il suo personaggio, Melanie Bird, è una terapista non convenzionale in un mondo in umani mutanti: in che modo s’inserisce in questo mondo?

“In un certo senso è spaventoso, ma anche liberatorio. Melanie non è ispirata a nessun personaggio dei fumetti Marvel, quindi ho potuto interpretarla come volevo. Penso che sia stato interessante raccontare da dove arrivi e dove sta andando, ed i suoi sentimenti legati alla situazione del marito Oliver (Jemaine Clement, ndr), che credo l’abbia guidata lungo tutta la sua vita. Sta cercando un modo per riportarlo in questo mondo: non ha mai abbandonato la speranza di riaverlo nella sua vita. E’ stato qualcosa di molto forte da interpretare, per me”.

Ha fatto delle ricerche specifiche sulla psichiatria prima di iniziare ad interpretare questo personaggio?

“Non specifiche, avevo già alcune nozioni sulla condizione psichiatrica, anche grazie ad alcune persone che ho incontrato nella mia vita. La cosa che mi ha affascinato di più della sceneggiatura di Noah Hawley è il suo sguardo propenso a come pensino queste persone. Ha fatto davvero un buon lavoro”.

Legion è anche una serie che tratta il tema dell’accettazione di sé e della consapevolezza di sé, raccontato ovviamente in maniera insolita, ma che è stato già trattato in questi anni da altre serie tv. Crede che la televisione possa aiutare le persone a migliorare la loro consapevolezza psicologica?

“Credo che la gente sia sempre influenzata dagli show che guardano, e per cui noi abbiamo una certa responsabilità. Da interprete, credo che la gente possa essere aiutata da ciò che vede. La serie parla della schizofrenia, che è qualcosa di terrificante. Lo show vuole informare il pubblico, piuttosto che allarmarlo sul tema: se qualcuno dovesse percepire una situazione simile a questa, il telefilm gli fornisce un confronto”.

A proposito del suo personaggio, in un’intervista ha detto di aver accettato il ruolo senza neanche aver letto una riga del copione, dal momento che si fidava del lavoro di Hawley. Come l’ha introdotta nel mondo di Legion?

“Beh, non è venuto a dirmi ‘Ehi, c’è questo incredibile personaggio’, quindi ne ho saputo il giusto fino a poco prima delle riprese! (ride, ndr). Ma mi fidavo davvero, non l’avevo mai fatto prima, non mi ero mai avvicinata a qualche progetto senza prima averci pensato attentamente ed, ovviamente, aver letto la sceneggiatura. Ma visto lo straordinario lavoro fatto in Fargo, avevo un’incredibile fiducia che fosse un progetto ben scritto e di alta qualità.”

Ha trovato più difficile lavorare in Fargo o in Legion?

“Legion è stato più difficile. Non ho avuto subito molta chiarezza sul personaggio, ed inoltre non avevo mai lavorato in un racconto fantascientifico, quindi tutto questo l’ha reso più difficile rispetto a Fargo. In Fargo, per qualche ragione, avevo subito capito cosa avrei dovuto fare con quel personaggio, ho avuto subito chiara l’idea di che persona fosse, da dove arrivasse.”

Legion ha una narrazione non lineare, cosa abbastanza singolare per una serie tv. Crede che uno show come questa sarebbe potuta andare in onda su un network generalista?

“Credo che i network come Fx stiano lavorano su show più insoliti. I network generalisti sono più costretti a proporre modelli che siano comprensibili ad una vasta fascia di pubblico, per questo scelgono determinati prodotti, anche per seguire le indicazioni dei loro sponsor”.

Lei ha lavorato anche in numerose comedy. Non le manca interpretare un personaggio in una comedy o in una sit-com?

“Adoro le comedy! Stavo per iniziare a lavorare ad una serie comica proprio poco prima di iniziare Fargo, ma non ero soddisfatta della sceneggiatura ed alla fine, dopo averci pensato molto, ho deciso di non farla. Avevo bisogno che funzionasse. Ne ho parlato anche con mio marito (Richard Gilliland, ndr), temevo di restarne delusa, di non riuscire più a guardarmi allo specchio se avessi accettato anche se non ne ero convinta. Era un contratto molto renumerativo… Ma il giorno dopo, credo, il mio agente mi ha chiamata e mi ha detto ‘Il creatore di Fargo vuole incontrarti’. E’ stato fantastico”.

D’altra parte, sia Fargo che Legion hanno una loro componente umoristica, anche se dark…

“Sì, Noah Hawley ha sempre inserito nelle sue serie una componente di dark humor, che apprezzo davvero, è sempre presente. Mi piacerebbe che il mio prossimo impegno fosse una sit-com, mi piace far ridere la gente. Lavorare a Frasier è stata una delle esperienze più belle che abbia vissuto, e se dovesse capitare in futuro qualcosa di molto divertente e ben scritto, ne sarei contenta, che sia così”.

Siamo a metà della prima stagione di Legion: cosa può anticiparci della seconda metà di stagione e delle possibilità di un rinnovo della serie?

“Non posso neanche immaginare dove andrebbe Noah con la seconda stagione, soprattutto perchè proprio all’ultimo secondo del finale della prima stagione c’è un colpo di scena che vi lascerà assolutamente ad occhi spalancati. Penserete ‘Oh mio Dio, cosa succederà adesso?’. E’ un cliffhanger fantastico, perfetto, e spero che il pubblico possa assicurare alla serie una seconda stagione. Melanie riuscirà a rintracciare il marito dopo vent’anni, è quello che ha sempre sperato”.