Lea, il film-tv sul caso Garofalo che ci ha fatto conoscere Vanessa Scalera prima di Imma Tataranni
Quattro anni prima del successo di Imma Tataranni, Vanessa Scalera aveva convinto nel film-tv dedicato alla storia di Lea Garofalo, che Raiuno ripropone
Era il 2015, erano passati nove anni dall’omicidio di Lea Garofalo, donna e madre coraggio che seppe opporsi alle regole della ‘ndragheta per difendere la propria libertà e quella di sua figlia, fino a pagare con la vita le sue scelte. Quell’anno, Raiuno propose -dopo averlo presentato alla Festa del Cinema di Roma- Lea, film-tv diretto da Marco Tullio Giordana con un’attrice allora poco conosciuta al pubblico generalista: Vanessa Scalera.
Quattro anni dopo, quell’attrice si ritrovò travolta dal successo di una fiction come Imma Tataranni-Sostituto procuratore, che nel giro di poche puntate la catapultò nell’Olimpo dei personaggi più amati della serialità italiana. Un amore che si è rinnovato nelle settimana scorse, quando la prima parte della seconda stagione (la seconda andrà in onda nella primavera del 2022) ha confermato la bontà del prodotto ed il suo apprezzamento da parte del pubblico, con una media di oltre 5 milioni di telespettatori ed oltre il 20% di share.
Perché ve ne stiamo parlando oggi? Per tre motivi. Il primo è che Raiuno, a 12 anni dall’omicidio di Garofalo, ripropone Lea in prima serata: l’appuntamento è per martedì prossimo, 23 novembre 2021 (un giorno prima dell’anniversario della sua morte), ed è da segnare sul calendario.
Qui scatta il secondo motivo. Lea, diretto da Marco Tullio Giordana, è un film emotivamente fortissimo, estremamente accurato nel racconto del fatti realmente accaduti: la sceneggiatura, scritta dal regista con Monica Zapelli (i due avevano già lavorato insieme ne “I cento passi”), si basa sul materiale d’inchiesta e sulle sentenze dei processi che hanno condannato all’ergastolo il marito di Lea, Carlo Cosco (nel film interpretato da Alessio Praticò), ed i suoi complici.
Siamo lontani dalle fiction in cui la lotta alla criminalità organizzata si traduce in un “spara spara” o in battute scritte giusto per sottolineare l’eroicità dei protagonisti e nulla più. In Lea Giordana e Zapelli hanno voluto mettere in scena una sofferenza ed al tempo stesso una condizione di paura a cui lo Stato non ha saputo dare la giusta risposta. Garofalo dopo quattro anni nel programma di protezione, ne fu esclusa insieme alla figlia Denise (a cui dà volto Linda Caridi, che abbiamo di recente visto ne Il Cacciatore 3) perché ritenuta una collaboratrice -e non una testimone, quale era- non attendibile. Solo dopo aver fatto ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, fu riammessa nel programma.
Questo non bastò ad evitarle un tragico destino, che giunse nel 2009, quando Lea Garofalo fu uccisa dall’ex compagno, che diede alle fiamme il suo corpo per tre giorni. Fu proprio grazie alla figlia, che testimoniò contro il padre, che quest’ultimo ed altre cinque persone furono condannate per l’omicidio della donna (tra loro, anche l’ex fidanzato di Denise). Tutto questo viene raccontato nel film in un’atmosfera di forte tensione in cui, però riesce sempre a prevalere il coraggio prima della madre e poi della figlia. Una storia che deve essere ricordata, e che fa piacere sapere che Raiuno abbia intenzione di farlo.
C’è poi il terzo motivo che ci riporta a Vanessa Scalera. Con Lea prima, e con Imma Tataranni poi (ma aggiungiamoci in mezzo anche il complicato Romulus), l’attrice brindisina conferma il proprio talento e la propria capacità di spaziare dal dramma alla commedia con una disinvoltura che non appartiene a tutti. Un successo, il suo, arrivato dopo gli -anta, ma che ora la sta ripagando con i giusti interessi.