Le tv locali in via di estinzione (anche per colpa del digitale)? Per Giorgio Simonelli non hanno più identità
Sempre più tagli dei finanziamenti pubblici gravano sull’emittenza radiotelevisiva locale. Come ricostruito da un interessante reportage de La Gazzetta dell’Economia, l’approvazione da parte della Camera dell’emendamento al “decreto milleproproghe” ha cancellato una serie di contribuiti: la riduzione tariffaria del 50% dei costi delle utenze telefoniche, il rimborso del 40% delle utenze elettriche e dei collegamenti
Sempre più tagli dei finanziamenti pubblici gravano sull’emittenza radiotelevisiva locale. Come ricostruito da un interessante reportage de La Gazzetta dell’Economia, l’approvazione da parte della Camera dell’emendamento al “decreto milleproproghe” ha cancellato una serie di contribuiti: la riduzione tariffaria del 50% dei costi delle utenze telefoniche, il rimborso del 40% delle utenze elettriche e dei collegamenti satellitari e la restituzione del 60% delle spese sostenute per le agenzie di stampa.
Alle tv locali, insomma, sono stati decurtati, con effetto retroattivo al 1° gennaio del 2009, 18 milioni, mentre si sono salvate le emittenti dei partiti. Al settore, inoltre, mancano le risorse del fondo per l’emittenza televisiva, previsto dalla legge 422 del ’93 che destinava alle tv locali una quota pari a un terzo del canone Rai che i cittadini versano allo Stato: per il triennio prossimo è prevista una diminuzione di 165 milioni, mentre fino all’anno scorso il fondo ammontava a 150 milioni ogni 12 mesi.
Giorgio Simonelli, docente universitario nonché storico della televisione conosciuto per la sua presenza fissa a Tv Talk, ha così commentato il fenomeno, sempre su Gazzetta dell’Economia:
“Il punto critico della tv locale in Italia è quello dell’identità: un annoso problema che si trascina da quarant’anni. Pochissime tv, infatti (più al Nord che al Sud), hanno un’identità locale forte e definita e sono riuscite a differenziarsi rispetto alle emittenti nazionali, internazionali e satellitari. Rispetto a questi ultimi esempi, invece, si assiste ad un tentativo di scimmiottamento, ovviamente con meno mezzi e meno qualità. Risultato? Siamo di fronte a televisioni di serie B che hanno smarrito l’obiettivo prioritario: far riferimento ad una comunità”.
Poi aggiunge, a proposito dell’ulteriore aggravio previsto con il passaggio al digitale terrestre:
“Con il DTT c’è il rafforzamento di una situazione già esistente ma non si offrono nuove possibilità a chi non ne ha. Si è delineato un grande teatrino e si sono trasferite su un’altra tecnologia le cose che già c’erano prima. Ma spazi per l’innovazione vera e propria sono davvero pochi”.
Intanto, la rete locale più vista resta Telenorba, che ha saputo coniugare ascolti e idee lanciando personaggi come Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo (al secolo Toti e Tata) nonché lo stesso Checco Zalone. Nel 2009 i contatti netti mensili di Telenorba 7 ammontano a 4.899.447 spettatori e quelli giornalieri a 1.463.707, quelli di Telenorba 8 raggiungono rispettivamente 3.959.118 e 634.739.
Telenorba 7 raggiunge l’ottimo dato di 26.000 contatti nel minuto medio. A livello nazionale seguono Telelombardia con 1.190.000 (15.000 nel minuto medio), Telepadova con 1.091.000 (11.000), Telecapri con 1.072.000 (ma 16.000 nel minuto medio) e Antenna 3 con 875.000 (9.000).