Non sta suscitando una grande eco mediatica (il sostantivo è femminile) Le parole per dirlo, un interessante talk show sulla lingua italiana che va in onda su Rai3 la domenica mattina alle 10.15 con la conduzione dell’attrice Noemi Gherrero, supportata dai due linguisti Giuseppe Patota e Valeria Della Valle.
In onda dal novembre 2020, il programma ha passato in rassegna il linguaggio della medicina, della politica, della musica e della comicità, come è accaduto ieri con ospite Nino Frassica. La puntata si è rivelata un’occasione per parlare della corretta accentazione delle parole, che il comico siciliano si diverte a cambiare: sapevate per esempio che si dice “io valùto” e non “io vàluto“? Pare a questo proposito che il linguista Luca Serianni abbia combattuto inutilmente una battaglia per l’imposizione della prima forma.
Trattandosi di una trasmissione sulla lingua italiana, i due professori hanno dimostrato come la comicità di Frassica affondi le sue origini nella letteratura italiana del Quattrocento (“A metà del Quattrocento, nel Duecento“, ha scherzato il comico), descrivendo la differenza tra nonsense, genere molto praticato dall’ospite e grammelot, quest’ultimo molto caro a Dario Fo.
Ma la forza de Le parole per dirlo consiste nell’attingere allo sterminato archivio delle Teche Rai: i filmati di Gigi Proietti che declama la poesia nonsense Il lonfo, Indietro tutta e Quelli della notte sono più incisivi e calzanti di mille citazioni letterarie, dal momento che sempre di televisione si tratta.
Non mancano alcuni difetti di un talk show tutto sommato molto gradevole: la conduttrice a volte sembra un po’ incerta, mentre a livello di audio si percepisce spesso e volentieri troppo “silenzio“. La caratteristica più stucchevole del programma è tuttavia il collegamento con alcuni studenti delle superiori che risultano poco spontanei, rendendo Le parole per dirlo un ottimo spazio divulgativo ma dall’impostazione eccessivamente scolastica.