Le mani nei capelli delle tv: immobili, confuse, viziate dal tran tran
Di tanto in tanto i miei occhi, da soli, vanno ai titoli che i giornali, e le riviste, pubblicano sulla situazione delle nostre televisioni.Una marea, su e giù. Quasi sempre scopro che questi titoli sono catastrofisti o almeno sconfortanti. Per le seguenti ragioni: i programmi piacciono sempre meno; le tv si aggrappano al loro passato non solo recente come a una ciambella di salvataggio;la pubblicità non è più quella di un tempo; gli spettatori vagano come mandrie da un canale all’altro e i dati numerici degli ascolti puntano al basso; gli esperti di tv e in particolare critici sono stanchi, disgustati, vecchi (i giovani o si tengono lontani o sono tenuti lontani perchè la casta è forte e morbosa come quella politica). Vorrei fare dei nomi, ma è una cosa che annoia. Che gusto c’è prendersela con questo o con quell’altro, visto che si tratta delle solite persone che si guardano allo specchio e si trovano belli come mostri sempre più mostruosi)? Non c’è nessun gusto. E’ im