Le Mani dentro la Città: la conferenza stampa in diretta su TvBlog

13.29 La conferenza stampa è terminata.

13.26 Prende parola anche l’attrice Maria Lamarra per sottolineare che anche lei, un po’ come Zeno, ha sentito molta responsabilità nel trattare le tematiche toccate dalla fiction.

13.23 Pietro Valsecchi:

Abbiamo cercato di raccontare un romanzo in cui ci sono delle verità su questo territorio. Abbiamo cercato di fare un tipo di televisione che emozioni, sì, ma che non ti faccia sprofondare sul divano, una fiction che faccia fare delle domande allo spettatore. Non è una storia vera, ma ci sono molte parti di verità inserite nel contesto di una fiction!

13.18 Giuseppe Zeno parla del suo personaggio, Michele Benevento:

Sono napoletano ma trapiantato in Calabria perché mio padre lavorava lì. Affrontare questi temi quando sei cresciuto in certe zone, ti fa avere una responsabilità doppia. Amo i luoghi in cui sono cresciuto, ma devo dire che spesso questo amore si trasforma di più in un rapporto di amore-odio. Purtroppo non si può controllare ciò che accade in determinate circostanze. La gente ha capito il messaggio che noi vogliamo lanciare: ci occupiamo della ‘ndrangheta, non della Camorra. Quando sei piccolo ti fai delle domande perché vedi determinati soggetti e come operano. Io mi chiedevo: “Ma se tutti sanno, perché nessuno fa niente?”. Io ho cercato di farlo con senso di responsabilità perché non si può interpretare questo personaggio come fosse uno stereotipo. Ho attinto dal mio percorso di attore e sono stato aiutato, come tutti gli altri del cast, da un lavoro di sceneggiatura molto ben fatto. La tendenza molte volte è quella di accontentarsi, il vantaggio di questa fiction è che non l’abbiamo fatto.

13.14 C’è chi nota che nel cartellone della fiction, svettano sullo sfondo il nuovo skyline di Milano. “E se avessimo messo il Duomo, avreste chiesto se pensassimo che può quello avesse origine mafiosa?”, replica Valsecchi.

13.10 Lo sceneggiatore Claudio Fava precisa:

Il compito di una fiction è quello di costruire una metafora della realtà, non un documentario. Ma credo che la serie sia molto aderente a quanto successo negli ultimi anni. I mafiosi parlano in dialetto milanese o con accento brianzolo nella fiction? Perché? Perché stiamo parlando della seconda o della terza generazione…

13.06 Ma Simona Cavallari non sarà anche un po’ stufa di essere sempre in polizia (per fiction)?

No, avevo visto anche altri lavori di Alessandro e mi ha fatto molto piacere poter lavorare con lui. Come attrice queste cose mi danno stimoli. Certo, mi piacerebbe fare anche dell’altro ma visto tutto il successo e tutto il cuore che ho messo in questi personaggi, sono contenta così!

13.05 Giuseppe Zeno, il protagonista maschile della serie:

La TaoDue continua a scegliere una linea editoriale molto precisa, non è la prima volta che collaboro con loro ed è la seconda che lavoro con il regista Alessandro Angelini dotato, secondo me, di una sensibilità davvero molto particolare. C’è stato un grande lavoro di documentazione che in un certo senso ha portato anche dello stupore, stupore che ha aiutato la creatività di noi tutti. Sul set si avverte sempre quando si sta facendo qualcosa che vale. E in questo caso è così.

13.03 Simona Cavallari:

Ormai i giovani mi hanno presa a simbolo della legalità e sono molto contenta di questo ruolo. Ho cambiato regista e colleghi di set, ma mi sono comunque trovata benissimo!

13.01 Perché è stato scelto il titolo Le Mani dentro la Città? Risponde Pietro Vlasecchi:

Le Mani sulla città è un capolavoro che invito a guardare. Ci siamo ispirati all’idea di Rosi in quel film, siamo figli di quella generazione degli anni Settanta. Quindi mi sembrava il titolo più adeguato per raccontare oggi una storia del genere.

12.58 Alessandro Angelini, il regista:

Questa storia ci ha dato l’impressione di avere in mano qualcosa di diverso, giravamo cose che stavamo vedendo sui giornali durante le riprese. Qui la parola “Fine” non è ancora stata scritta e ogni giorno ci interrogavamo, ci chiedevamo: “Stiamo raccontando la storia che ci eravamo proposti di raccontare?”. Ad oggi la risposta è sicuramente sì.

12.54 Interviene anche lo sceneggiatore, Claudio Fava:

La storia, come diceva Pietro, vuole provare a raccontare una realtà sulla quale spesso ci si sofferma con troppa superficialità. “Mafia a Milano? Ma quando mai?” è una battuta che sentirete nella fiction e che è stata detta anche qualche anno fa a Milano prima di scoprire le infiltrazione della ‘ndrangheta in questa città. Era un mondo che aveva bisogno di essere raccontato in modo non tradizionale, lasciando spazio anche a dubbi e incertezze. Stiamo parlando di una realtà che giorno dopo giorno si propone sempre in modo diverso, non come quando ho lavorato alla fiction il Capo dei Capi. Lì era “storia”, era tutto già scritto, per Le Mani dentro la Città il lavoro è stato più difficile perché qui c’è una storia che si sta svolgendo ancora oggi.

12.52 Dopo la proiezione di un lungo filmato di anteprima della fiction, prende la parola Pietro Valsecchi di TaoDue:

Questo progetto è partito tre anni fa, leggendo molti libri e documentandoci, ci siamo fatti un’idea di questo tema portato poi in scena dallo sceneggiatore Claudio Fava. Credo che siamo rimasti il più vicino possibile al tessuto lombardo.

Venerdì 14 marzo il primetime di Canale 5 ci regalerà la prima delle sei puntate di Le Mani dentro la Città, la serie che racconta la ‘ndrangheta nella Lombardia di oggi. Siamo proprio nel Palazzo della Regione in attesa dell’inizio della conferenza di presentazione di questa fiction, prodotta dalla TaoDue di Pietro Valsecchi, e dell’arrivo dei protagonisti Simona Cavallari e Giuseppe Zeno. Se volete sapere tutto, non perdete d’occhio questo post!