Molestie, lo stop de Le Iene: “Vicenda chiusa, spostiamo il dibattito in tribunale”
A Le Iene ultimo servizio di Dino Giarrusso: “Che sia un giudice ad avere l’ultima parola”. Intervista all’avvocato Giulia Bongiorno: “Denunciate, basta con le cose mediatiche”
Le Iene dicono ‘stop’. Proprio mentre il tema delle presunte molestie invade i palinsesti televisivi, con talk ad ogni ora del giorno e della notte, il programma di Italia 1 si ferma e passa il testimone alle aule di tribunale.
Domenica è andato in onda l’ultimo servizio in materia di Dino Giarrusso, che per primo ha dato spazio ai racconti delle ragazze che hanno denunciato il fenomeno nel contesto italiano, dove a finire nel mirino è stato il regista Fausto Brizzi.
“Per noi la vicenda si chiude. Se ne aprirà necessariamente un’altra in tribunale. O il regista ci querela per diffamazione, e allora spiegheremo le nostre ragioni al giudice, oppure saranno le ragazze che andranno a denunciarlo. E se ne avranno bisogno, concretamente ed emotivamente, noi daremo una mano, mettendole in contatto con chi difenderà gratis i loro diritti e la loro dignità di donne”.
Il passo di lato de Le Iene avviene nella settimana in cui lo show è stato contestato per il metodo utilizzato nella denuncia degli episodi. Ma in tal senso la difesa da parte della trasmissione è stata totale, con l’aggiunta di altre cinque testimonianze. “Ci dispiace che regista bravo come Brizzi sia finito nello scandalo – ha aggiunto Giarrusso – non potevamo però ignorare la gravita dei racconti di ragazze che non si conoscono tra di loro; si chiama diritto di cronaca. Avremmo voluto parlare con Brizzi, ma non si è mai fatto trovare”.
L’inviato ne ha quindi approfittato per stigmatizzare l’atteggiamento del mondo del cinema, che si sarebbe chiuso a riccio in difesa dell’amico regista. Ecco allora l’invito a cambiare il campo del match, passando dal piccolo schermo alle aule di giustizia: “Sarebbe il modo migliore per spostare il dibattito dalla tv al tribunale e far sì che sia un giudice ad avere l’ultima parola”.
L’ultima parola è stata affidata all’avvocato Giulia Bongiorno, a capo assieme a Michelle Hunziker della onlus Doppia Difesa:
“Le ragazze hanno trovato la forza di fare una denuncia pubblica, è importante perché stiamo facendo emergere un tema. Occorre anche una verifica giudiziale; non devono avere paura altrimenti può sorgere il dubbio che non sia vero quello che hanno detto. In Italia c’è la tagliola della denuncia entro sei mesi. Ma attenzione: alcune di queste condotte potrebbero integrare altri reati, ad esempio la violenza privata, nell’ipotesi in cui si fosse costretti ad assistere contro la propria volontà ad atti di autoerotismo da parte dell’uomo. E’ un reato su cui c’è la possibilità di denunciare pure tempo dopo […] Se le narrazioni sono più di una e coincidenti, l’unione – a meno che non ci sia dietro ovviamente una sorta di complotto o invenzione – fa una prova straordinaria. Esistono associazioni a disposizione di queste donne. Basta con le cose mediatiche, andiamo in tribunale”.
Da capire ora se la scelta de Le Iene resterà un caso isolato.