Molestie vip, Le Iene si rifanno sotto. Ma stavolta con un altro approccio
Le Iene tornano a parlare del caso molestie, ma stavolta con un approccio differente. Veronica Ruggeri racconta la storia di Matteo, lasciando aperti mille interrogativi
Le Iene si rifanno sotto. Il programma di Italia 1 torna ad affrontare la vicenda delle presunte molestie nel mondo dello spettacolo, ma con un approccio differente.
Se nel caso di Fausto Brizzi il percorso è stato netto e spedito, attraverso decine di testimonianze raccolte nell’arco di più settimane, stavolta la trasmissione sceglie la strada della prudenza, arrivando ad avvalersi del consulto di uno psicologo.
Cambia anche l’inviato e si passa da Dino Giarrusso – un uomo che ha raccolto le testimonianze di donne – a Veronica Ruggeri che, seguendo il procedimento inverso, ascolta la testimonianza choc del 37enne Matteo, che avrebbe subito un rapporto anale da parte di un noto cantante.
I fatti incriminati risalirebbero alla seconda metà degli anni novanta quando l’intervistato, all’epoca sedicenne, lavorava in un hotel a quattro stelle frequentato da molti vip, che avrebbero dovuto partecipare ad un evento in piazza.
“Non ha mai parlato – spiega la iena – dice di averlo fatto ora perché guardare la televisione e leggere i giornali per lui è un continuo trauma. Quello che sta per raccontare è incredibile, talmente surreale da farci venire in mente mille domande”.
La ricostruzione è dettagliatissima e viene persino citato il numero della stanza nella quale sarebbe avvenuto l’episodio.
“Era la 334. Aveva chiamato più volte il servizio in camera. Ogni volta che gli portavo il caffè cercava l’approccio, ma ci avevano insegnato ad essere distaccati col cliente. Al quarto caffè mi chiese di fermarmi qualche secondo. Mi accarezzò e mi disse di sederci sul letto; io mi sedetti, stupidamente. Mi accarezzò la spalla, la schiena, la coscia e poi mi mise la mano nei pantaloni. Rimasi ghiacciato, immobile. Mi abbassò completamente i pantaloni, tirò fuori il preservativo, mi fece girare e mi penetrò. Preferisco pensare che abbia pensato che ero consenziente piuttosto che pensare che l’abbia fatto sapendo che non lo ero. In quel momento mi sono sentito in colpa, pensi che le colpe siano tue. In quel momento poteva dire che ero stato io ad averci provato. A chi avrebbero dato ragione?”
Il servizio è un continuo alternarsi tra le confessioni di Matteo e le analisi dello psicologo Angelo Zappalà, che istruisce la Ruggeri passo dopo passo: “In questi casi tutta l’investigazione si basa sulle parole della vittima. Sono importanti i dettagli”.
L’inviata si reca quindi nell’albergo in questione e si accorge che l’arredamento delle camere sono identiche alle indicazioni fornite dall’intervistato, che in quell’hotel ci lavorò realmente.
Stupisce tuttavia la doppia lettura fornita da Le Iene con l’esposizione dell’ipotesi alternativa, ossia quella della possibile fissazione di un fan per un determinato artista, tanto da desiderare di voler associalre il proprio nome al suo.
La parentesi questa volta resta aperta, così come i mille interrogativi dei telespettatori.