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Le Iene e il caso Stamina, la lettera aperta di Macchianera a Davide Parenti

Il blogger Gianluca Neri invita il capo autore de Le Iene a chiedere scusa in diretta tv

pubblicato 15 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:35

L’inchiesta di Presadiretta sul metodo Stamina, andata in onda lunedì sera su Rai3, ha di fatto posto la parola fine al dibattito mediatico sulla presunta terapia del dottor Vannoni, condannandola come bufala. Ancor più certo è che Le Iene, il programma di Italia 1, che ha sollevato il caso trasmettendo in maniera martellante servizi sul tema quasi sempre indirizzati a mettere in buona luce la cura a base di staminali, tornerà sulla vicenda mercoledì 22 gennaio, quando inizierà il nuovo ciclo di puntate, condotte dalla coppia Blasi-Mammucari.

Su TvBlog oggi segnaliamo la lettera aperta scritta da Gianluca Neri su Macchianera e indirizzata a Davide Parenti, il capo degli autori de Le Iene (che nelle scorse settimane si è, assai debolmente, difeso).

Nella missiva, Neri non usa mezzi termini e parla di “monumentale quantità di cazzate cui avete fatto da microfono parlando del caso Stamina” anche se riconosce la buona fede per aver “ingenuamente sponsorizzato” il metodo Vannoni.
Rivolgendosi direttamente a Parenti, Neri scrive che “dentro di te, sai benissimo di avere sostenuto una monumentale idiozia” e poi aggiunge:

Cinque, Davide Parenti: fai cinque con le dita. Cinque grosse cazzate non si perdonano a nessuno, e tu, di servizi ammiccanti sul caso Stamina, ne hai mandati in onda venti.

Neri, che ammette comunque di sospettare che “avessi nasato la bufala già dal numero quattro, ma ormai fosse troppo tardi”, tenta di ricostruire quanto accaduto all’interno di una trasmissione la cui forza è – o forse, era – nella credibilità:

A un certo punto succede questo: che diventi Dio. Il tuo intuito è stato premiato e hai avuto ragione così tante volte, che la gente inizia a scriverti. E non lo fa perché pensa tu abbia raccontato bene delle storie: lo fa perché pensa tu abbia la risposta ai suoi problemi. Perché è rassicurante pensare che qualcuno possa avere la soluzione, anche quando la soluzione non c’è. In quel momento, però, i ricettori che nelle persone normali hanno come unica funzione quella di suonare l’allarme al primo sentore di cazzata, a te sono andati a farsi fottere da mo’.

In un passaggio della lettera, il blogger deride Giulio Golia, l’inviato de Le Iene che ha firmato tutti i servizi sul caso:

Poi, a intervistare uno che l’ha studiata, quella roba lì, e sostiene che stai facendo da megafono al Gran Mogol dei peracottari, mandi Giulio Golia, uno che ti ascolta ammiccando, con la faccia da “Io non dico niente per non influenzarvi, ma chìste è ‘nu strunz falluto”.

Il finale è semplicemente perfetto. Francamente si fa fatica ad aggiungere altro:

Mi resta questo da dirti: che non c’é nulla di male, ma tanto invece di onorevole nell’andare in onda e dire “Scusate: sappiamo che avete fiducia in noi, ma questa volta abbiamo sbagliato. Potevamo scegliere di fare finta di nulla, o di continuare a battere quel chiodo, e invece abbiamo scelto di dirvi una verità che per noi è scomoda, e cioè che avevamo torto. Sappiamo che, facendo questo, rischiamo che non crediate più a quello che diremo, o che ci crediate un po’ meno, ma dentro di noi speriamo che il fatto di essere stati onesti possa servire a meritare ancora la vostra stima”.
Puoi dire questo, Davide Parenti, e fare qualcosa di davvero rivoluzionario in televisione. Oppure puoi fregartene e continuare a fare una cosa che sappiamo funzionare bene: puoi cominciare non a assomigliare, ma proprio a essere Antonio Ricci e sostenere che le Veline di “Striscia la Notizia“ siano portatrici di un forte messaggio sociale e non stiano invece a sgambettare su quel bancone in quanto – semplicemente, ma legittimamente – due belle fighe.

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