Per la seconda volta in questa rubrica denominata Salsa Comedy ci ritroviamo a parlare nello stesso articolo di Geppi Cucciari e Michela Giraud, che avevamo definito delle innovatrici del linguaggio televisivo. A differenza di due loro colleghi, purtroppo non hanno ricevuto un premio ad hoc, ma entrambe lo meriterebbero per come un programma come Le Iene non sia stato incredibilmente capace di valorizzarle.
Michela Giraud è una stand up comedian sulla cresta dell’onda, reduce dalla partecipazione allo show Lol – Chi ride è fuori su Amazon Prime Video. Dopo anni di live e Comedy Central, l’artista è approdata addirittura su Rai1 per uno speciale pomeridiano dei Seat Music Awards al fianco di Nek, rivelandosi una piacevolissima sorpresa.
Difficile dire purtroppo che sia andata allo stesso modo come conduttrice de Le Iene, nell’edizione che vede una rotazione di donne dopo l’addio di Alessia Marcuzzi (prima di lei era toccato a Elodie e Madame). Dopo nemmeno venti minuti di trasmissione la Giraud ha pronunciato un monologo contro il bodyshaming che nonostante le nobilissime intenzioni è risultato alquanto raffazzonato e deboluccio. La performance è durata poco più di due minuti, con la comica che si è ritrovata ristretta tra la miriade di servizi e gli stacchi pubblicitari. Sarebbe stato meglio piazzare questo segmento verso la seconda metà della serata, contando anche sul fatto che fino a quel momento per il pubblico della generalista Michela Giraud era una semisconosciuta.
Tuttavia, non si tratta di una bocciatura: la comica romana ha un potenziale comico esplosivo che necessita dei contesti televisivi adeguati. Ha decisamente convinto inoltre l’interazione con il trio della Gialappa’s Band. Potrebbe essere molto credibile come conduttrice in un eventuale ritorno dei loro show.
Nel 2016 era toccato invece a Geppi Cucciari condurre Le Iene al fianco di Fabio Volo e Miriam Leone alla domenica e al martedì con Pif e Nadia Toffa. Geppi negli anni ha dimostrato la sua forza in programmi costruiti sartorialmente su di lei come G’ Day, Rai Pipol e il recente Che succ3de?.
Le Iene quindi non sembrano in grado di dare molto spazio all’estro delle donne capaci di far ridere, non appaiono molto capaci nel saper gestire bene questo capitale umano. Eppure qualche anno fa Enrico Brignano pronunciava dei monologhi molto lunghi, il più delle volte populisti.