Gli ideatori de L’Atelier delle meraviglie a Blogo: “Rivoluziona i programmi dedicati al mondo del wedding”
Parlano Vittorio Ripoli e Fausto Massa, i creatori del nuovo programma targato Real Time.
Poco meno di un mese fa da queste pagine abbiamo avuto modo di anticiparvi l’arrivo di una novità Discovery che incuriosisce. Ad una settimana dal lancio su DPlay Plus in premiére, L’atelier delle meraviglie apre le porte anche su Real Time con una prima e – momentanea – unica puntata in onda questa sera in prima serata.
A spiegarci e raccontarci cosa vedremo sono i creatori del programma Vittorio Ripoli e Fausto Massa. Li abbiamo intervistati:
L’atelier delle meraviglie segue il filone del docu-reality targato Real Time. Com’è nata l’idea?
Vittorio Ripoli: L’idea nasce come un sogno ad occhi aperti. Un giorno mi sono trovato nel Centro Celli di Pavona in cerca di un abito per il Festival di Sanremo. Mentre Maria e il figlio Giampaolo mi proponevano gli abiti, pensavo solo a come poter far conoscere al grande pubblico il loro “mondo”. Quando poi sono uscito dall’atelier, non solo avevo trovato l’abito, ma anche un programma, che ho subito condiviso con Fausto, Andrea Di Carlo e Cristiana Mastropietro.
Quali sono le caratteristiche del programma?
Fausto Massa: E’ una docu che rivoluziona i programmi dedicati al mondo del wedding. Per la prima volta in Italia si racconta con disincanto e cinismo il tema del matrimonio, perché lo vedremo dal punto di vista del business, della strategia d’impresa e del mero guadagno. Ed è proprio questo contrasto tra romanticismo e profitto che crea un meraviglioso cortocircuito che sono certo riuscirà a far piangere e ridere i telespettatori.
Cosa vuole mostrare l’atelier delle meraviglie e a che pubblico si rivolge? I due creatori rispondono:
Dimenticatevi lustrini e pizzi perché all’Atelier delle meraviglie gli abiti realizzati dalla signora Maria e dai figli Giampaolo e Alessia sono fatti sì con diamanti e paillettes, ma anche con borchie e teschi fluo, bulloni, catene e altri accessori da ferramenta. Proprio per questo, il pubblico a cui ci vogliamo rivolgere è trasversale: dalla signora che ama le perle alla teenager punk.
La famiglia Celli si mette in gioco a livello mediatico portando il proprio talento, ma il loro è anche un modo per mostrarsi nella vita di tutti i giorni? Un piccolo Grande Fratello?
V.R.: Assolutamente sì! A calamitare l’attenzione del telespettatore non saranno gli abiti, ma i loro creatori. L’Atelier delle Meraviglie è come una serratura di una porta da cui è possibile spiare i Celli da vicino e conoscere il loro modo di creare e di vendere, ma anche di scoprire le dinamiche familiari. I Celli sono personaggi così “perfetti” che possono sembrare costruiti. In realtà ci è bastato raccontarli per quello che sono, per apprezzarli e affezionarci a loro, come spero faccia il pubblico.
Cosa non sappiamo ancora de l’atelier delle meraviglie? Ci potete dare qualche dettaglio in anteprima?
F.M.: Quella che vedrete stasera è la puntata pilota che abbiamo girato a luglio scorso. In genere, prima di girare la serie, si realizza una puntata “di prova” per testare i talent e la struttura del programma. Questa zero ha fin da subito convinto tutti, sia Pesci Combattenti (la casa di produzione, ndr) che Discovery (l’editore, ndr). E se quella di stasera è la premessa, provate a immaginare cosa succederà nel corso della serie!
Il salone delle meraviglie, il castello delle cerimonie. In questi programmi un tasso trash c’è e lo si percepisce. Ce lo assicurerà anche un atelier? Rispondono:
Avvertiamo un pò di pregiudizio in questa domanda (ridono, ndr). Non è che siccome uno è l’autore di Temptation Island, l’altro è l’autore del Salone delle Meraviglie e il regista è lo stesso di Riccanza (Enzo Pirrone) allora il risultato è quello che pensi.
Tornando alla domanda, se il trash è sinonimo di bassa qualità, assolutamente no. Il programma è confezionato con cura artigianale come un abito sartoriale per l’appunto: dal casting curato da Andrea Di Carlo, alla ricerca delle storie ad opera di Chiara Vitanza, alla scrittura con Cristiana Mastropietro, alla produzione capitanata da Marianna Capelli, alla post produzione coordinata da Giulio Testa ed Elvira Fiorenza.
E’ stata difficoltosa la realizzazione? Quanto tempo è occorso?
Per ogni puntata abbiamo impiegato 2/3 giorni di riprese e 3 settimane di post produzione. Abbiamo cominciato a girare la serie a gennaio. Purtroppo a causa dell’emergenza sanitaria ci siamo dovuti fermare alla puntata n.8, ma speriamo di riprendere presto. Tra l’altro, in questa pausa forzata, nella famiglia Celli c’è stata una novità del tutto inaspettata – tanto per loro quanto per noi autori – che, come una soap, arriverà a sconvolgere Maria e tutta la famiglia…
Qualcosa di curioso accaduto dietro le quinte?
V.R.: Nella settima puntata Giampaolo e Alessia presentano al pubblico e alla mamma la loro nuova collezione “rock”. Nel corso della sfilata Maria si è arrabbiata tanto da voler interrompere immediatamente le riprese. Il motivo era che i modelli e le modelle hanno iniziato a farle le corna e le linguacce in stile rock, gesti troppo volgari per una signora d’altri tempi come lei.
Quali sono le ragioni per le quali un telespettatore dovrebbe guardare l’atelier delle meraviglie? Rispondono:
Perché siamo già pronti con la seconda stagione, che già vi anticipiamo ci riserverà una gran bella sorpresa!
Dunque l’appuntamento a stasera alle 21:20 con il primo episodio della prima stagione de L’atelier delle meraviglie su Real Time.