L’arte della doccia al Grande Fratello
Eppure, c’era un tempo in cui noi italiani eravamo maestri delle docce e degli spogliarelli spiati dal buco della serratura: la commedia scollacciata, che riempie spesso i palinsesti notturni delle nostre estati, ha fatto scuola. Ma a pensarci bene – a parte rari momenti – i nostri reality si sono quasi sempre svolti all’insegna del
Eppure, c’era un tempo in cui noi italiani eravamo maestri delle docce e degli spogliarelli spiati dal buco della serratura: la commedia scollacciata, che riempie spesso i palinsesti notturni delle nostre estati, ha fatto scuola.
Ma a pensarci bene – a parte rari momenti – i nostri reality si sono quasi sempre svolti all’insegna del vedo-non vedo, delle lenzuola coprenti, delle camere oscurate ad arte quando si proponevano le situazioni più hot, quelle scappate via al controllo di autori e produzione. Invece, altrove si fanno molti meno scrupoli.
Ora, sapete bene quale sia l’opinione del sottoscritto su un certo tipo di reality e un certo modo di intenderli – non che siano un genere di per sé negativo. Non esistono generi negativi in partenza – però, tutto sommato, se vouyeur dobbiamo essere, bene, allora che lo si diventi in maniera totalizzante. Come fanno in Germania, per esempio: lì, le docce non hanno le bande oscurate per impedire la visione, e le concorrenti più disinibite e più furbe ne approfittano.
[Grazie a Gianluca per la segnalazione]