Home L’Aria che tira, Myrta Merlino a Blogo: “Colleghi giornalisti, alleiamoci e diciamo no ai politici che non vogliono confronti”

L’Aria che tira, Myrta Merlino a Blogo: “Colleghi giornalisti, alleiamoci e diciamo no ai politici che non vogliono confronti”

Leggi l’intervista di Blogo alla conduttrice di La7

pubblicato 10 Settembre 2018 aggiornato 3 Novembre 2020 15:53

Torna L’Aria che tira, il talk show mattutino di La7 in onda dalle 11 alle 13.30 dal lunedì al venerdì. Alla conduzione confermatissima Myrta Merlino.

Il nostro grande obiettivo in questa stagione è aiutare il pubblico a distinguere tra vero e falso, tra reale e fake news. L’altro grande tema è: i politici sono sempre più abituati a parlare da soli via social, noi però non abbiamo perso il vizio di fare le domande. Li metteremo davanti a domande che prevedono una scelta: sì o no. Basta ‘obbligo dei vaccini flessibile’, è il momento di rispondere alla domanda ‘vaccini sì o no?’ Nazionalizzare sì o no? Redditto di cittadinanza sì o no? Per questo alla fine di ogni puntata faremo un’intervista con sì o no, dove l’ospite dovrà polarizzare la sua opinione.

Se Myrta Merlino si fosse trovata di fronte a Salvini durante la diretta Facebook in cui ha aperto l’avviso di garanzia qualche obiezione gliela avrebbe fatta?

Certo. Dal punto di vista comunicativo, Salvini è un genio. Ha messo in piedi una vera e propria serie televisiva, una genialità. Non è più solo una diretta Facebook, ma è coinvolgere lo spettatore, portarlo dentro al racconto. Chapeau da questo punto di vista. Ma una delle conseguenze della rivoluzione dei social è che il ruolo del giornalista perde sempre più peso. È come se l’informazione si stesse piegando alla logica del potere, proprio nel momento in cui i social dovrebbero rappresentare il massimo della democrazia dal basso. La mia sensazione è che stiamo tornando all’idea che l’intermediazione del giornalista o di chi rompe le scatole si stia riducendo. Chi governa il Paese, chi ha un ruolo pubblico, deve misurarsi con le domande dei giornalisti. Andrebbe fatto un grande patto tra noi giornalisti della televisione e non trasmettere solo le dirette Facebook dei politici. Ci siamo abituati ad essere un ricettore delle cose prodotte da loro.

Vedi questa tendenza in tv?

Sì. Basti pensare che in campagna elettorale non siamo riusciti a fare un contraddittorio.

Di chi è la responsabilità?

Responsabilità è una parola grossa, ma… hai presente l’esperimento della rana nell’acqua? Se la butti nell’acqua calda, salta, se la metti in quella fredda e piano piano aggiungi quella calda, la rana non se ne accorge. Dobbiamo riaffermare il ruolo dei giornalisti.

In pratica cosa significa?

Significa che ci dovrebbe essere una sorta di grande alleanza tra giornalisti. Il politico dice che non fa confronti in tv? Iniziamo a dire dei no, a costo di perdere un’intervista.

Tra le tue annunciate intenzioni per la nuova stagione c’è anche quella di uscire dallo studio per raccontare in prima persone alcune storie.

Sì. Nella prima puntata andrà in onda un reportage che ho girato a San Basilio, in periferia a Roma. Sarà complicatissima perché ogni mattina sono in diretta, ma l’idea è, come dicono gli americani, boots on the ground: levarmi i tacchi, mettermi gli scarponcini ed entrare nella realtà guardando con i miei occhi. In questi sette anni mi sono conquistata un piccolo patrimonio di credibilità, voglio metterla a disposizione. A metà ottobre, per esempio, in qualità di ambasciatrice dell’Unicef, farò una missione in un campo profugo. Così racconterò io come vivono i profughi.

I numeri in una tv commerciale come La7 sono fondamentali…

Sono la vita o la morte.

Ecco. Pensi che i dati registrati nella scorsa stagione – drogata dal caos politico successivo alle elezioni di marzo – possano essere anche soltanto pareggiati quest’anno?

Sono napoletana, per cui sto toccando un cornetto.

Non voleva essere una gufata.

(ride, Ndr). In realtà questa domanda ce lo poniamo spesso in questo periodo con gli autori. L’anno scorso abbiamo vissuto 90 giorni irripetibili e mai visti prima nella storia italiana; abbiamo fatto risultati pazzeschi: il 5 marzo più del 13%. Ora l’obiettivo è consolidare un ascolto alto, ma fino a qualche anno fa la doppia cifra a La7 era considerata una barzelletta. Quando arrivai io la media giornaliera di rete era il 2,5-3%.

La Prova del cuoco quest’anno sarà condotta da Elisa Isoardi, compagna di Matteo Salvini. È immaginabile che vi rubi un po’ di pubblico?

Francamente non lo so. Sicuramente la curiosità ci sarà, capisco che anche chi solitamente non guarda quel programma possa essere tentato di farlo. Però sarà una questione episodica. Quella de La Prova del cuoco è la classica televisione del mattino, quella che ha sempre avuto successo. Noi abbiamo inventato l’altra mattina, un po’ come Arbore ha fatto con la domenica. Ho dimostrato che la mattina non c’è solo il pubblico della Prova del cuoco. Quando iniziai e volevo trattare di economia la mattina… mi guardavano, anche dall’interno di La7 stessa, come fossi una scema. Gli altri spadellano e tu vuoi parlare di economia? È stata la mia intuizione.

Salvini verrà da voi ospite oppure non ‘tradirà’ la sua Elisa?

Direi di sì, verrà, ma in effetti è un bel tema (ride, Ndr). Intanto oggi ci sarà il ministro Di Maio (oltre a Vittorio Feltri, Massimo Giannini, Alessandra Ghisleri, Gennaro Migliore del Pd e Riccardo Molinari della Lega), martedì Minniti, mercoledì Tremonti, giovedì Calenda e venerdì la Meloni.

Un anno fa raccontasti a Blogo che la tua prima impressione sull’allora neo direttore di La7 Andrea Salerno era positiva. E aggiungesti: “Se poi andremo d’accordo lo scoprirò”. Lo hai scoperto?

Sì, andiamo molto d’accordo. Il rapporto è molto informale, è un uomo di televisione, sa quali sono i problemi per chi fa un programma quotidiano. Il rapporto con lui è quello che mi aspettavo.

L’anno scorso dicesti anche che il ritorno in prime time dell’Aria che tira “è nell’aria”. Non si è mai concretizzato. Continua ad essere nell’aria?

È sempre nell’aria. Love is in the air (ride, Ndr). L’altro giorno ho incrociato proprio il direttore di La7 Salerno che mi ha detto: “Dobbiamo parlare degli speciali!”. L’unico motivo per il quale non abbiamo concretizzato è perché bisogna trovare una formula che mi permetta di gestire le 12 ore e mezza settimanali che devo fare la mattina. È complicato, anche perché La7 è piena di eccellenze. Insomma, penso che succederà, ma non so ancora dire quando.

L'aria che tiraLa7