Una tv in continua emergenza che con l’emergenza ha ormai imparato a convivere. Ma a volte gli imprevisti possono stimolare la fantasia e regalare soluzioni che altrimenti non sarebbero mai state adottate. Ecco allora che il covid, capace di spedire ai box decine di conduttori, nel caso de L’Aria che tira si è rilevato un sostegno “prezioso” – virgolette d’obbligo – per andare alla scoperta di formule inedite.
La positività al coronavirus di un autore del talk di La7 ha costretto Myrta Merlino a casa per una settimana. Pur rimanendo collegata, in studio a sostenerla è arrivato inaspettatamente David Parenzo, che il programma lo condusse nella versione estiva del 2017.
Quello di Merlino e Parenzo è stato un duetto a dir poco perfetto, che ha donato vivacità alla trasmissione senza mai generare sovrapposizioni o invasioni di campo reciproche. La giornalista napoletana ha infatti mantenuto il suo rapporto diretto con gli ospiti, lasciando al collega la gestione del traffico e dei collegamenti.
Nonostante l’assenza del pubblico possa essere considerata una vera e propria benedizione, la concomitante lontananza degli ospiti, in larga parte sintonizzati da remoto, ha tolto parziale calore ad un talk quasi totalmente incentrato sulle vicende della pandemia. Ancor più gradito pertanto il supporto di Parenzo che soprattutto nelle conduzioni in tandem – vedi La Zanzara e In Onda – offre il meglio di sé.
Lunedì la Merlino tornerà al suo posto e David probabilmente si collegherà dal suo salotto in una sorta di scherzosa inversione dei ruoli. Un’eccezione con la quale si archivierà un’esperienza tanto improvvisata quanto riuscita.
In una televisione in cui i conduttori tendono a segnare il territorio e a personalizzare i propri programmi la proposta di proseguire l’esperimento può apparire utopica; ma vale la pena provare. Perché se andasse in porto allora sì che tirerebbe davvero un’aria nuova.