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L’aria che tira va in ferie e rimanda i vecchi servizi. Quando le repliche perdono anche il senso

L’aria che tira si ferma e su La7 va in onda il Diario, un rimontaggio di servizi di otto mesi fa. Si parla di cashback e Veneto in zona rossa

17 Agosto 2021 18:47

Sull’idea che un programma estivo, nato per sostituire l’edizione tradizionale, possa a sua volta andare in ferie ci eravamo già espressi. Inutile quindi ripetersi. Ma a lasciare veramente interdetto il pubblico sono piuttosto le modalità che portano alla sostituzione di certe trasmissioni. Prendiamo L’Aria che tira, che per il secondo anno consecutivo si interrompe nella settimana ferragostana. Al suo posto non si è deciso di mandare un film, né di piazzare altri programmi (Coffee Break viene allungato solo di trenta minuti).

La mossa, anomala, è stata piuttosto quella di rispolverare Il diario de L’Aria che tira, ovvero il rimontaggio di servizi stravecchi proposti in successione, senza un filo logico o temporale. Con l’ulteriore aggravante che l’intero blocco riappare magicamente a notte fonda, mettendo in scena una assurda replica della replica.

La questione, come dicevamo, sta tutta nel cosa si replica. Ci sono eventi e situazioni che valgono ‘qui ed ora’. Non c’è possibilità di attualizzarli. Come un telegiornale che ha valore solo nell’istante in cui va in diretta. O come le previsioni del tempo, che dopo ventiquattr’ore sono già scadute.

La convinzione che valga il metodo di Techetecheté pure nei programmi chiamati a fotografare la realtà del momento è insensata. E basterebbe fermarsi un minuto davanti allo schermo per percepire il disorientamento collettivo degli spettatori. Chi si imbatte nel Diario – poca gente, con lo share crollato lunedì all’1,9% – si trova di fronte ad una narrazione completamente sconnessa dalla realtà.

Solo il 17 agosto, le clip – programmate in successione – raccontavano una Sardegna “maglia nera” nelle vaccinazioni (quando le somministrazioni totali erano appena 158 mila in tutta Italia), il Veneto e la città di Messina a rischio “zona rossa” per la riesplosione dei contagi, gli ospedali del Lazio sotto stress a causa dei ricoveri, fino ad arrivare alle interviste ai gestori delle piste da sci, prossime alla riapertura, ma che in verità non hanno più riaperto. Per proseguire con la crisi del governo Conte innescata da Renzi o coi giudizi sul cashback dopo il lancio di Natale, con l’esperimento nel frattempo sospeso dal nuovo premier Draghi a partire dal primo luglio scorso.

Insomma, servizi sparati qua e là senza tenere conto del tempo, evidenziato a malapena in sovrimpressione per qualche secondo. Tuttavia, il problema non sta tanto nel rischio (che comunque c’è) di confondere chi è davanti alla tv, quanto nell’aver deciso di riempire l’intera settimana con vicende e dibattiti archiviati secoli fa.

A questo punto, tanto valeva ripescare dalle teche le puntate dei Menù di Benedetta. Roba di otto anni fa, ma perlomeno la ricetta della pasta al sugo è sempre la stessa e resiste al tempo.