L’Arena torna su Rai 1 dopo la pausa natalizia e, nonostante sia acciaccato e malaticcio, Massimo Giletti inaugura il 2016 con una puntata perfettamente in linea con le precedenti, ovvero dedicata ai Comuni che sprecano, ai consiglieri che si aumentano gli stipendi, ai politici che si aggrappano al doppio vitalizio.
C’è un altro aspetto che lega le ultime puntate del 2015 e questa prima del 2016: un elemento che incuriosisce e che sembra segnare una precisa strategia editoriale. Mi riferisco al fatto di partire da inchieste condotte da altre trasmissioni tv per approfondirle con i protagonisti intervistati in studio e discuterne con gli ospiti presenti.
Se prima della pausa natalizia era toccato al caso dei macelli fuorilegge sollevato da Servizio Pubblico, questa volta si parte da uno spunto offerto da Ballarò, che si è occupato dell’aumento degli emolumenti al Comune di Agrigento. Si riparte da qui, con il sindaco della città in studio, per ‘tornare’ su quando sollevato dai colleghi della squadra di Giannini e magari aggiungere un ‘update’.
Che si intenda come ‘collaborazione’ o come ‘spunto’, come ottimizzazione delle risorse o come ‘recupero materiali’, ripartire da inchieste di altre trasmissioni dà a L’Arena quasi la ‘funzione’ di una vera e propria ‘newsroom’ Rai, di una redazione senza confini che raccoglie e sviluppa temi e argomenti trattati dalle trasmissioni già in onda. Anzi, la sua apertura ai lavori di altre reti/realtà editoriali (cfr. Servizio Pubblico) dà un respiro ancor più ampio a questa apparente volontà di ritrovare uno spirito ‘professionale’, che unisca i giornalisti al di là dei loro ‘recinti’.
Se si aggiunge che in studio c’è anche Riccardo Iacona, pronto a debuttare con la nuova stagione di PresaDiretta su Rai 3, l’operazione di Giletti a L’Arena ha tutto il sapore della creazione (o quanto meno del rinsaldamento) dello spirito di squadra in un’azienda che talvolta dà l’impressione di remare contro se stessa.
L’Arena, così, si fa un po’ newsroom (progetto dell’ex presidente Gubitosi, ormai abortito), Giletti si fa un po’ direttore editoriale (carica inedita in Rai, ora affidata a Carlo Verdelli) con il risultato che lo stile del programma e del conduttore non cambiano (jamais), ma almeno si riacquista la ricchezza della citazione, esercizio in disuso, in Accademia e nel giornalismo.