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L’antitrust amplia l’istruttoria contro SKY

La procedura per abuso di posizione dominante del colosso di Murdoch riguarda ora anche la Champions. E Mediaset?

pubblicato 16 Agosto 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 04:21


L’Antitrust contro SKY.

L’authority aveva aperto una procedura contro SKY per i Mondiali di Calcio del 2010. Oggi si apprende che la procedura si è ampliata e riguarda anche i diritti della Champions League. Ora SKY ha 30 giorni di tempo per chiedere un’audizione tramite i propri avvocati. Il procedimento si chiuderà entro giugno 2012.

Dal gruppo SKY reagiscono con stupore e diramano una nota in cui ribadiscono alcuni concetti.

Come già sottolineato in occasione dell’apertura di questa istruttoria da parte dell’Antitrust italiana, Sky ritiene che anche l’offerta relativa alla Uefa Champions League sia pienamente conforme alla normativa antitrust e regolamentare, in linea con tutte le consuetudini internazionali, oltreché rispondente ai rigidi requisiti contenuti nel bando di gara della Uefa […]

L’iniziativa dell’Antitrust italiana appare inaspettata e totalmente ingiustificata in quanto Sky Italia ha acquisito i diritti televisivi della Uefa Champions League aggiudicandosi in esclusiva solo due dei tre pacchetti disponibili, al termine del bando di gara indetto dalla Uefa, secondo le procedure utilizzate negli altri mercati europei e nel pieno rispetto delle indicazioni fornite dalla Commissione Europea […]

La nota di SKY, poi, dà una stoccata all’avversario: non dimentichiamo, infatti, che la procedura è stata aperta per un ricorso di Mediaset.

Nell’ambito della stessa gara un altro operatore italiano [Mediaset, appunto, ndR], oltre ad aver nuovamente acquisito i diritti pay in esclusiva della Europa League, ha acquistato in totale esclusiva i diritti in chiaro per le stesse stagioni della Uefa Champions League.

La risoluzione della questione procederà, naturalmente, con i soliti tempi biblici. Ma le osservazioni che provengono da SKY aprono almeno un paio di interrogativi a proposito dell’attività dell’authority. Due pesi e due misure?