L’angolo di Malaparte
Inauguriamo oggi una rubrica – il mercoledì potrebbe esserne il giorno fisso – con la quale il sottoscritto intende aprire, scoperchiare e rivoltare la scatolina magica detta televisione, rivelarne qualche meccanismo, giocare col mezzo. Prendiamo a prestito, per la prima puntata di questa rubrica, una notizia che riguarda l’ex velina Elena Barolo: qui nessuno dubita
Inauguriamo oggi una rubrica – il mercoledì potrebbe esserne il giorno fisso – con la quale il sottoscritto intende aprire, scoperchiare e rivoltare la scatolina magica detta televisione, rivelarne qualche meccanismo, giocare col mezzo.
Prendiamo a prestito, per la prima puntata di questa rubrica, una notizia che riguarda l’ex velina Elena Barolo: qui nessuno dubita che si possa imparare a recitare, che chiunque abbia diritto a una sua occasione, ma allo stesso tempo si è certi che in Italia si sbagli anche nelle soap opera! Ed ecco che un’ex velina finisce a CentoVetrine.
Poi magari, la qui presente Barolo ci stupirà tutti con prove da grande attrice. Ma c’è un malcostume alla base di tutto ciò. Il malcostume che ha reso le sit-com nostrane ridicole macchiette, insiemi di gag allargate – come, ahimé, più d’un illustre autore televisivo definisce il genere, toppando clamorosamente – è uno su tutti, oltre all’incapacità di scrivere il comico e alla cronica fretta e ai bassi budget: i ruoli vengono affidati a personaggi della televisione.
Errore madornale, questo. Gli attori di Friends erano dei signori attori e solo dopo sono diventati dei volti. Gerry Scotti, Laura Freddi, Enzo Iacchetti
non potranno mai – e dico mai senza timore di essere smentito, e senza per questo volerli offendere – competere con Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, Matt LeBlanc, Matthew Perry, David Schwimmer.
Possibile che ci voglia tanto a capirlo? Possibile che i signori della televisione nostrana non siano in grado di finanziare progetti di lunga serialità degni di tale nome? La migliore delle sitcom italiane – ora non sarei proprio in grado di stilare una classifica, ma sarebbe comunque una scelta del meno peggio – non vale nemmeno un minuto di Friends, Coupling, Seinfeld o altre, potenti, sitcom estere. Eppure la strada da seguire è semplice: scrittura attenta, temi coinvolgenti e contemporanei, tanto tempo per maturare personaggi e battute, e soprattutto veri attori.