La7 e le scelte suicide di palinsesto: La Gabbia di domenica sprofonda, Le Invasioni il mercoledì arrancano
Da quando il talk di Paragone va in onda la domenica sera ‘per colpa’ della Bignardi il verdetto Auditel è spietato: sotto il 3% di share.
Se non è suicidio poco ci manca. La scelta di La7 di allungare Le Invasioni Barbariche di alcune puntate e di collocare il talk show di Daria Bignardi nella prima serata del mercoledì al posto de La Gabbia non si è rivelata, fin qui, particolarmente azzeccata.
I dati lo dimostrano.
In questa sede non entreremo nel merito dei contenuti del programma della Bignardi (promettiamo di farlo a breve in un altro post), ma è fuor di dubbio che il 3,81% registrato il 5 marzo scorso non è da ritenersi soddisfacente (è stato il secondo risultato peggiore della stagione – il 28 febbraio ha toccato quota 3,5% di share). Soprattutto se lo si confronta con il 4,36% ottenuto da La Gabbia 7 giorni prima nella sua collocazione naturale del mercoledì.
Per non citare il 4.72% (nel segmento in onda dalle 22.30 in poi) registrato dal talk di Gianluigi Paragone il 19 febbraio nonostante la concorrenza del Festival di Sanremo.
I numeri dimostrano senza dubbio che La Gabbia, consolidatasi a fatica, di settimana in settimana da settembre scorso, al 4%, da quando va in onda nel prime time della domenica è crollato sotto il 3% (e in queste dimensioni anche i decimali contano, Salvo Sottile lo sa bene). Come prevedibile, visto che quella serata è da sempre considerata anomala per i talk show politici.
A quanto ci risulta (ma è abbastanza ovvio e comprensibile) Paragone & Co. sono tutt’altro che contenti del sacrificio che è stato chiesto loro da Cairo e da Ruffini (che, fino a prova contraria, è direttore della rete, anche se molti sembrano averlo dimenticato).
Ed in effetti, ad oggi, i dati confermano che il cambio di collocazione ha danneggiato La Gabbia e portato nessun vantaggio alla Bignardi, che pure può contare su ospiti di altissimo livello (ma in questa stagione non ha mai superato il 5,6%).
Contenti loro, contenti tutti.