La7, Cairo: “Ancora talk show, ma anche intrattenimento. Che soddisfazione per Floris!”
Sulle strategie future di La7: “Pensiamo a una tv dove ci sia l’approfondimento delle informazioni, ma anche programmi di intrattenimento per fornire una serie di alternative ai nostri telespettatori”
Urbano Cairo esulta per il sorpasso (pur di misura) operato da DiMartedì ai danni di Ballarò questa settimana, nonostante sia “penalizzato dalle maggiori interruzioni pubblicitarie”. L’editore di La7 all’Ansa ha detto:
C’è grande soddisfazione per il risultato di diMartedì. La soddisfazione è ancor maggiore se penso a quello che scrissero dopo la prima puntata, quando il programma faceva il 3,5% e c’era chi criticava l’arrivo di Floris a La7. Da una parte un programma, Ballarò, che esiste da 12 anni, dall’altra una trasmissione giunta appena alla 25esima puntata. Essere arrivati a totalizzare il 6% con una certa regolarità, superando Ballarò anche in termini assoluti nel periodo di sovrapposizione (21:16-24:01 1.360.000 ed il 5,52% per Rai3 e 1.410.000 ed il 5,82% di share per La7, nDR), è un risultato rimarchevole.
Risultato rimarchevole sì, ma come la mettiamo con il flop di DiciannovEquaranta subito abortito e con l’idea annunciata, ma per ora rimasta nel cassetto, di un programma in access prime time il sabato?
Abbiamo preferito concentrarci su diMartedì e far raggiungere a diMartedì i risultati che merita. Una volta fatto questo penseremo a delle cose in più.
Nella prossima stagione dunque l’impegno di Floris su La7 potrebbe aumentare. Così come nel palinsesto potrebbero arrivare (nuovi?) prodotti di intrattenimento sebbene a caratterizzare il canale continueranno ad essere i talk show:
Abbiamo intenzione di andare avanti con i talk show, anche perché più che di crisi dei talk si deve parlare di crisi dei programmi con meno idee. Ciò non vuol dire che non apriremo a generi diversi. Pensiamo a una tv dove ci sarà l’approfondimento delle informazioni con grande cura e controllo, ma anche programmi di intrattenimento per fornire una serie di alternative ai nostri telespettatori, con un buon bilanciamento dei contenuti.
Cairo si è poi detto d’accordo con la proposta di Renzi di prevede una rete televisiva pubblica di cultura senza pubblicità, ma “sulle altre reti, ove ci fosse la pubblicità, occorrerebbe consentirla solo fino alle 20 come accade in alcune tv pubbliche europee”:
Qualcuno mi deve spiegare perché dobbiamo essere costretti a competere con una società che ha un vantaggio enorme rispetto a noi perché può contare, oltre che sulla pubblicità, sulle risorse del canone che ammontano a 1,6 miliardi. In Europa la Bbc non ha pubblicità, la tv pubblica in Danimarca e quella in Norvegia non hanno pubblicità. La tv francese e tedesca hanno la pubblicità solo fino alle 20. Il nostro è il Paese dove la pubblicità costa di meno.
Infine, sull’ipotesi della nascita di un operatore unico delle torri di trasmissione, emerse dopo l’opas di Ei Towers su Rai Way, Cairo, che è entrato nel mercato delle frequenze acquistando un mux, ha ammonito:
Un operatore unico potrebbe garantire quell’efficienza che più operatori non possono dare, ma se l’operatore unico è controllato da un broadcaster, questo potrebbe creare dei problemi e andrebbe regolamentato.