La7 a Cairo: la vendita entra nel dibattito politico
Il direttore del telegiornale commenta la trattativa per la vendita della rete di Telecom.
19 febbraio 2013 – La vendita di La7 a Urbano Cairo (che sarebbe solamente questione di formalità, come dicevamo ieri) entra di prepotenza nel dibattito politico, con un botta e risposta a distanza fra Bersani e Berlusconi.
Al CorSera, Bersani ha dichiarato:
«Siamo in una settimana cruciale e io tendo a ragionare come se fossi già al governo. Devo preoccuparmi che le decisioni vengano prese senza conflitti di interesse, senza costruire in modo diretto o indiretto posizioni dominanti, e in una prospettiva di lavoro. C’è un tavolo delle regole e c’è un tavolo industriale. Non so se Cairo è collegato a Mediaset. Ci sono delle autorità che si occupano di queste cose ma chi governa è amico di tutti e parente di nessuno».
Berlusconi ha ribattuto immediatamente:
«Non ho rapporto con Urbano Cairo, che per alcuni anni è stato mio assistente poi è diventato un imprenditore in proprio ed è diverso tempo che non lo sento. In questo momento non ci sono affari in editoria perchè con la crisi c’è stato il calo della pubblicità intorno al 20%: non c’è azienda in Italia che produca utili. [Bersani] su La7 ha mandato un messaggio, fra virgolette, mafioso dicendo ‘aspettate a vendere perché se andrò al governo La7 varrà di più’. C’è il vecchio vizio della sinistra di essere minacciosa con gli avversari».
I Tweet di Mentana e Lerner
Enrico Mentana ieri sera a caldo commentava con un tweet la notizia dell’ok dato dal cda di Telecom alla trattativa esclusiva con Urbano Cairo per la vendita di La7. Se ieri il direttore del TgLa7 twittava un articolo del Fatto quotidiano ricordando le promesse fatte dall’editore piemontese negli scorsi giorni, oggi a Il Corriere della Sera argomenta più approfonditamente:
L’ipotesi dell’arrivo di Cairo è sempre stata ben presente in questi mesi anche perché è sempre titolare del contratto pubblicitario che lo vincola fortissimamente al futuro del canale. E’ vero che è molto vantaggioso per lui. Ma, a parte questo, per lui La7 è non solo preziosa ma a questo punto anche determinante perché è il principale asset sotto forma di raccolta pubblicitaria della Cairo communication.
E’ chiaro che in primo piano ci siano oggi le questioni politiche legate alla vendita di La7 ad un editore che – lo riconosce anche Mentana – “fu vicinissimo a Berlusconi” ma che “in questo momento è formalmente uno dei pochi editori puri che esiste in Italia. In altre parole, prima di fargli l’esame del sangue politico consideriamo che ha formalmente un pedigree editoriale“.
L’ex fondatore e direttore del Tg5 non fa giri di parole e spiega che la vera sfida per Cairo sarà “tenera La7 al riparo da orbite di influenza e da ruoli satellitari nei confronti di Mediaset” oltre che “renderla solida economicamente”. Come fare?
(…) Non c’è bisogno di diete del cavallo ma, da subito, di finanziare le crescite. E questa la si può ottenere in molto modi: avendo idee chiare su che tipo di televisione si vuole fare, anche dismettendo ciò che non è rilevante. Nei mesi elettorali è facile vedere La7 solo come una all news in chiaro. Però poi finisce la campagna elettorale e bisogna stare sul mercato.
In definitiva Mentana si dice fiducioso, ma assicura che non sarà per nulla distratto:
Io darò totale credito all’inizio di questa fase della sua gestione ma è chiaro che se le cose dovessero dimostrare che questa indipendenza non c’è sono accreditato di essere abbastanza svelto di capire…
Nei giorni scorsi si era parlato anche della possibilità del coinvolgimento diretto di alcuni volti di La7 nell’operazione (se ne scrisse soprattutto quando Della Valle annunciò la sua offerta). Mentana dà la sua disponibilità:
A fronte di una ragionevole difesa dell’occupazione dei dipendenti, se necessario posso anche ricevere azioni al posto dello stipendio.