La Volta Buona vuole essere contenitore, ma non ha abbastanza tempo: la recensione
Attualità, gossip, promozione Rai: di tutto un po’ nel programma del daytime di Raiuno, che così facendo crea solo confusione, nonostante Caterina Balivo riesce a tenere il ritmo. Ma, vi prego, eliminate il giochino telefonico
Come dovrebbe essere il pomeriggio di Raiuno, quando in attesa della vera corazzata (ovvero Il Paradiso delle Signore e La Vita in Diretta) si deve cercare di trattenere il pubblico e farlo desistere dallo spostarsi verso la concorrenza? La risposta da due anni a questa parte sta ne La Volta Buona: una risposta che, però, continua a essere un po’ confusa.
La Volta Buona, la recensione
L’aspirazione del programma pomeridiano di Raiuno sembra essere chiara, questo va detto: voler essere un contenitore dentro cui potersi occupare di tutto. Dalle riflessioni che possono scaturire dai fatti di attualità, all’intervista esclusiva, fino al faccia a faccia, il gioco telefonico e l’ospitata divertita. Di tutto, forse troppo, per un programma che però non ha la durata del contenitore.
Dalle 14:00 alle 16:00: due ore, che possono essere tante, ma che possono anche essere poche se si vuole spaziare dalla cronaca nera all’intervista alla coppia innamorata. Certo, tra l’una e l’altra c’è la giusta decompressione (ormai la tv ha imparato a saper voltare pagina con la giusta delicatezza), ma La Volta Buona, almeno in questo avvio di stagione, sembra volersi occupare di tutto per garantirsi la permanenza del pubblico. Ci riuscirà?
I bilanci si faranno ovviamente a fine stagione: ma giunta al suo secondo anno, la trasmissione dovrebbe aver trovato una propria dimensione e identità. Invece, sembra che si voglia dare più peso alla segmentazione della scaletta, piuttosto che al racconto uniforme.
Si finisce così per rendere i telespettatori più spaesati: stanno guardando un programma di attualità, di interviste o di promozione dei programmi Rai? La risposta è tutti e tre. A Caterina Balivo non resta che cercare di tenere le redini e soprattutto mantenere il ritmo. Cosa che le riesce piuttosto bene, ad eccezione del momento del gioco telefonico, un’inutile agonia a cui studio e pubblico da casa deve partecipare per motivi a noi ignoti.
Ad avvio stagione, in conclusione, quello che ci sentiamo di consigliare a La Volta Buona è di lasciare la dimensione da rotocalco glamour che vuole inseguire le notizie più trend e lasciarsi trasportare da un flusso più popolare, capace di agganciare veramente un pubblico in cerca di una compagnia televisiva durante il caffè post-pranzo. E, sopratutto, di eliminare i giochi.