La vita in diretta: quando aiutare la gente comune non è per forza populismo
Oggi è andata in onda l’ultima puntata de La Vita in Diretta
La differenza tra un programma come La vita in diretta, oggi in onda su Rai 1 con l’ultima puntata del 2012, e altri contenitori pomeridiani che trattano più o meno i medesimi argomenti, come Pomeriggio Cinque o Domenica Cinque, o altri programmi ancora che si sono specializzati ultimamente a risolvere casi riguardanti la gente comune, come ad esempio Quinta Colonna di Paolo Del Debbio, in onda su Rete 4, si può facilmente notare soprattutto nell’esasperazione dei casi in questione.
Nei contenitori Videonews condotti da Barbara D’Urso, ad esempio, ti ritrovi davanti lo schermo la signora malata di tumore che urla il suo malessere urbi et orbi o la donna che offende l’ex pornoattrice, con l’unica colpa di aver svolto un mestiere “scomodo”, che riceve il vitalizio da ex parlamentare e avverti subito la spiacevole sensazione di spettacolarizzazione del dolore o di quello che più comunemente chiameremmo populismo e demagogia.
Oggi, durante La Vita in Diretta, però, nell’ultimo blocco targato 2012 condotto da Marco Liorni, nonostante si siano trattati casi particolarmente drammatici riguardanti soprattutto genitori e bambini, anche malati, privi di un’abitazione, la sensazione di populismo non è stata captata, anche se sarebbe stato molto facile cascare nel trappolone.
Il tono, infatti, con il quale si sono affrontati casi del genere era completamente agli antipodi da quelli descritti in precedenza: si potrebbero chiamare toni soporiferi, fin troppo formali, freddi, ma la disturbante etichetta di trasmissione “trash” è scongiurata: analisi del caso, opinioni espresse senza sfondare il muro del suono, nessun pietismo, zero urla disperate.
Tutto ciò è il procedimento più ordinario e diretto, e di conseguenza il più dignitoso, di cui tutte le trasmissioni di infotainment dovrebbero tener conto quando si trattano esperienze quotidiane drammatiche che riguardano un singolo cittadino.
Perché non è assolutamente vero che guardare da vicino ai problemi della gente comune e tentare anche di risolverli sia per forza populismo. E’ il modus operandi, a fare la differenza.