La vita in diretta, Pierluigi Diaco si indigna per la mercificazione televisiva del dolore su Rai1 ma stranamente assolve Perego e Pastrello
L’inviata del programma di Rai1 si dimostra molto insistente con i parenti di una donna presa a martellate dal marito e Diaco lo fa notare in diretta trovando il trattamento riservato loro “di cattivo gusto”
La Vita in diretta in questa stagione ha cambiato pelle e stile: niente di più cronaca nera a fiumi, niente più gossip di secondo ordine. Questo sarebbe stato l’incipit perfetto per un post da pubblicare sull’ipotetico blog del direttore di Rai1 Giancarlo Leone, non per TvBlog, che guarda da posizione esterna e indipendente la tv e l’evolversi della varie trasmissioni.
Tra la versione Venier-Liorni e quella Perego-Di Mare grandi differenze nei contenuti e nello stile onestamente fatichiamo a individuarne. A supportare le nostre perplessità ecco cosa è accaduto nella puntata di ieri (nel segmento Italia in diretta).
La Perego ha lanciato un servizio su un caso di femminicidio avvenuto a Terni, dove una donna, Giuseppa, è stata presa a martellate dal marito. L’inviata del programma, Patrizia Scermino, si è rivolta microfono alla mano in maniera insistente e volgarissima al padre e fratello di Giuseppa, che però, comprensibilmente, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni e anzi si sono mostrati visibilmente disturbati dalla presenza delle telecamere.
Al rientro in studio ha preso la parola Pierluigi Diaco, chiamato a commentare il caso. Il giornalista e conduttore di Rtl 102,5, tanto caro a Maurizio Costanzo e Maria De Filippi, si è scagliato con coraggio contro la mercificazione televisiva del dolore appena andata in scena, tenendo però stranamente (sic) fuori dalle accuse la padrona di casa e l’autore, citato, Fabio Pastrello.
“Chiedo scusa a te e a Fabio Pastrello, che so che siete esenti per quanto i riguarda i servizi mandati in onda a La vita in diretta, e pago anche il prezzo di non essere più invitato in questa trasmissione. Da cittadino e da colui che paga il canone Rai trovo di cattivo gusto che questa inviata, del tutto in buona fede, si sia rivolta con questo vocabolario ai protagonisti di questa faccenda”.
“Noi non siamo esenti, perché siamo un unico programma”.
“Vita in diretta è un programma storico di Rai1, è il programma più importante per la concessionaria pubblicitaria del pomeriggio, è un programma che…”
“Io l’unica cosa sulla quale posso garantire è la buona fede della nostra inviata, perché noi stiamo portando avanti questa battaglia contro il femminicidio da sempre”.
“Questa è Rai1 ed è servizio pubblico e la paghiamo noi. Il dolore delle persone si rispetta con pudore e senso della responsabilità. Penso che il pubblico in studio sia d’accordo con me”.
“Credo che lei volesse capire meglio cosa fosse accaduto. Poi magari non tutti abbiamo lo stesso tipo di sensibilità e su questo sono d’accordo con te. Però, insomma, per fare informazione devi anche cercare di capire che cosa è successo”.
“Io non faccio lezioni di giornalismo a nessuno, ma se il papà e il fratello non avevano voglia di parlare queste cose si tagliano in montaggio e non si fanno vedere. Il dolore non è oggetto di mercificazione televisiva”.
“Io capisco perfettamente. Sul fatto che il dolore non è oggetto di mercificazione televisiva sono perfettamente d’accordo con te ed è quello che abbiamo sempre fatto”.
“Hai fatto, soprattutto”.
La presa di posizione di Diaco è sacrosanta, anche se resta inspiegabile perché la conduttrice e (soprattutto) l’autore del programma in questione dovrebbero essere esenti da responsabilità rispetto a quanto va in onda. Altrimenti il rischio è di indignarsi contro i pesci piccoli solo per prendere gli applausi del pubblico.