La vita in diretta Estate, un sussidiario della versione invernale (che insegue Unomattina)
La nuova conduzione è ingessata ma punta all’innalzamento del linguaggio dell’infotainment
La vita in diretta Estate è incominciato con una missione precisa: lavorare per il rafforzamento identitario della versione invernale.
In assenza del competitor Rai1 può permettersi di insistere su un linguaggio ostico ma pregiato, come quello dell’all news. Da qui l’atmosfera decisamente seriosa e impettita, paradossalmente più ingessata di quella dei pur british Cristina Parodi e Marco Liorni.
Eppure Paolo Poggio e Benedetta Rinaldi hanno messo le mani avanti: “Stiamo sperimentando. Le critiche sono già arrivate e aggiusteremo il tiro. Siamo persone perbene”. Non a caso il pubblico non sta del tutto penalizzando la coppia, pur ancora non ben oliata: la media di ascolti superiore al 15% ne sta evidentemente apprezzando la professionalità.
Distanza e autorevolezza sono le chiavi di accesso a La Vita in Diretta Estate, i cui conduttori appaiono lontani anni luce dagli ospiti con una postazione – l’altarino di plastica e il tablet di ordinanza – che ricorda molto Unomattina. Anche la presenza di vari argomenti e il contributo di esperti – vedi quello per le conserve dei cibi – hanno trasformato il salotto pomeridiano in una vera e propria agenzia, complice lo stile RaiNews24 di Poggio (e l’attuale prevalenza di notizie estere su quelle di cronaca).
La Rinaldi, che pure si era sperimentata in progetti più light come Effetto Estate, ha dalla sua una rigidità di fondo che non la fa entrare in diretta empatia con le signore da casa.
Ma il punto è proprio questo: i conduttori restano se stessi, non scimmiottano la demagogia casalinga da infotainment e fanno il loro lavoro seriamente. Su questo la Rai ha deciso di insistere, anche se ad una prima battuta può risultare impopolare (e ostico).
La rieducazione del pubblico comincia dalle vacanze e così, anziché Estate in Diretta, quest’anno abbiamo il sussidiario della Vita di sempre.