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La Tv nei tempi della Grecia: paura e fogne…

La chiusura, per ora evitata, della tv pubblica greca ha suscitato attenzione e brividi. Specie in Italia, dove la sindrome della paura sta facendo strada. E’ uno strano momento. Fino a ieri pareva che fossero le Tv americane migliori e la BBC i modelli; adesso siamo ridotti a tremare perchè si teme che la Rai

19 Giugno 2013 11:24

La chiusura, per ora evitata, della tv pubblica greca ha suscitato attenzione e brividi. Specie in Italia, dove la sindrome della paura sta facendo strada.
E’ uno strano momento. Fino a ieri pareva che fossero le Tv americane migliori e la BBC i modelli; adesso siamo ridotti a tremare perchè si teme che la Rai possa ricevere contraccolpi dalla Grecia. La Grecia che non è più la nostra patria culturale e artistica, nonchè balneare (nel Novecento), ma è diventata ormai uno spauracchio che l’Europa agita davanti ai nostri occhi per spaventarci. E allora auguri a chi lavora in e per la Rai.
Lo spettro c’è, ma la Rai è comunque tutta un’altra cosa rispetto alla tv greca, nonostante che i suoi difetti anche gravi e i suoi problemi siano tanti, tantissimi. Come si pensa di affrontarli e risolverli? Ah saperlo!, diceva uno della Banda Arbore e non c’è dubbio che la sua esclamazione vedeva lontano, può puntare gli occhi anche sul presente.
Ma veniamo ai nostri problemi, anzi alle nostre fogne. Sulla 7 è andato in onda un talk spettacolare. Sono tempi di miserie e di grandi parole. La grande bellezza. La grande bruttezza. La grande crisi. La grande attesa. La piccola ripresa. La media dei media che piangono miseria. Infine, la grande fogna.
Faceva impressione l’altra sera a Piazza Pulita l’ospite Pier Angelo Buttafuoco, giornalista e scrittore. Uno che non esita a definirsi di destra e addirittura reazionario nei talk che lo invitano per fare il fiore all’occhiello del “diverso” accettato nei dibattiti solitamente dominati da tutti i colori della sinistra.
A Piazza Pulita puntata molto interessante: si parlava tanto di mafia e di mafie, e ognuno diceva la sua, sotto gli occhietti compiaciuti del padrone di casa Mentana. C’era Veltroni in sordina, attaccato da Toscani, al quale ha risposto che lui non si allontana dalla politica perchè mosso da una tenace passione; e si sa che è vero nel suo caso. Ma il clima di ostilità che circonda queste persone in questo momento è forte, fortissimo, quasi indomabile.
Ad un certo punto Formigli, il conduttore, ha chiamato in causa il catanese Buttafuoco che ha fatto onore al suo cognome e ha detto pari pari che a lui, siciliano, la Sicilia politica appare come una fogna. Ha detto il perchè e lo ha detto con una convinzione,e con un dolore, che hanno colpito tutti nella aula delle parole perdute, e hanno riscosso un applauso generale da parte dei giovani di sinistra e hanno toccato sia Veltroni che Mentana.
Il momento era di verità. Fogna , fogna, fogna, gogna gogna gogna. Fogna, fogna, fogna che grande vergogna. Fogna, fogna, fogna, cambiare, cambiare bisogna. Nell’aula delle parole perdute o smarrite la parola fogna voleva dire tutto, tutto, tutto.
In un’Italia morsa dal rimorso della rovina creata dopo 150 anni di unità, un’Italia che non ha più fiducia e che non sa cosa fare. Fogna,fogna, fogna. Cantare Bella Ciao Ciao Ciao non basta. Fogna fogna fogna che grande vergogna.
Andrò in vacanza in Sicilia, spero. Penserò al fuoco di Buttafuoco, a Leonardo Sciascia, agli scrittori, ai registi, ai sindacalisti, ai magistrati, ai politici caduti di mafia.
Fogna fogna fogna che bastarda rogna. Come si placano le foghe? Le mani non bastano e neanche le idee. Cosa allora?