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La tv faccia mea culpa e si vergogni

Muore un tifoso della Lazio in un autogrill per un colpo di pistola sparato da un agente di polizia, ed è panico in tutti gli stadi. I dettagli dell’accaduto qui non sono fondamentali (potete eventualmente consultare Calcioblog, che sta aggiornando la vicenda in tempo reale, o quasi) e, si badi bene, non si vuole puntare

11 Novembre 2007 15:02
Muore un tifoso della Lazio in un autogrill per un colpo di pistola sparato da un agente di polizia, ed è panico in tutti gli stadi. I dettagli dell’accaduto qui non sono fondamentali (potete eventualmente consultare Calcioblog, che sta aggiornando la vicenda in tempo reale, o quasi) e, si badi bene, non si vuole puntare il dito verso nessuna delle “parti in causa”, tifosi e polizia. Ma è invece fondamentale analizzare il ruolo di primaria importanza rivestito dai mass media, televisione – e radio, da non sottovalutare – in primis.

Sono bastati pochi minuti. Una notizia di agenzia, confusa e poco dettagliata, comunicava la morte di un ragazzo in un autogrill mentre si recava ad una partita di calcio, forse per mano di un poliziotto. I principali tg nazionali titolavano in modo allarmistico l’avvenuta uccisione di un tifoso da parte delle forze dell’ordine, e, grazie al passaparola generato, nasceva il caos tra i tifosi che si stavano recando allo stadio o che attendevano ai cancelli. Slogan contro la polizia, lanci di oggetti di ogni tipo, tifoserie che si sono addirittura unite per scagliarsi contro gli agenti presenti allo stadio.

Un rapporto storicamente così fragile, quello tra forze di sicurezza e tifosi, messo ancor più in crisi da informazioni date in modo sbagliato, avventato, pur di arrivare per primi. Senza notizie certe, senza la conoscenza delle dinamiche. Senza essere al corrente, per esempio, che l’agente che ha sparato un colpo (in aria, almeno secondo le prime notizie ufficiali) non sapeva nemmeno che la lite nata poco prima fosse tra dei tifosi (di diversa fede), dettaglio che, se confermato, non sarebbe da sottovalutare.

E la stessa tv che, in tutti questi anni, ha contribuito ad aizzare le folle, buttando benzina su falò già enormi, ha modificato la propria programmazione (e addirittura sospeso dei programmi, come la seconda parte di Quelli che il calcio…) per discutere su come prevenire, come placare la violenza negli stadi, come impedire gli scontri tra forze dell’ordine e tifosi. Forse, iniziando con l’evitare i sensazionalismi.
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