LA TV E’ DISPERATA: o forse si tratta solo di una impressione
Vado come un cane randagio di programma in programma, programmaticamente. In tv. Ma programmaticamente vado anche incontro alle radio. Da molte settimana in qua, da quando si è saputo che si andava a votare, la tv si è svuotata di contenuti e di personaggi, ma ha accresciuto il numero degli appuntamenti d’informazione e approfondimento. Per
Vado come un cane randagio di programma in programma, programmaticamente. In tv. Ma programmaticamente vado anche incontro alle radio.
Da molte settimana in qua, da quando si è saputo che si andava a votare, la tv si è svuotata di contenuti e di personaggi, ma ha accresciuto il numero degli appuntamenti d’informazione e approfondimento.
Per fortuna che, a tappare il buco, e a farlo bene, è comparso il Novello Salvatore, il Festival di Sanremo che ha messo un pò tutti d’accordo.
Il resto è poco o nulla. Non voglio andare in profondità. Non voglio attaccare conduttori o comprimari. La mia vuole essere soltanto una piccola impressione…impressionistica, e siccome non ho il pennello di Edgar Degas bisogna accontentarsi.
Farò accennni spero concreti o allusivi, ma senza titoli e nomi. Un gioco, una sorta di indovinello.
Cominciamo da una serata in piazza e in studio dove illustri ospiti hanno cercato di intrattenersi, spiegando, i retroscena delle banche e delle mazzette.
Belle parole, condanne circostanziate, polemiche incrociate, frecce al curaro tra i candidati; ma rispetto al grave quadro pubblicato sui giornali, è emerso un chiacchiericcio silenziato da contrapposizioni che si annullavano o si abbracciavano nel vuoto, a pezzi e bocconi. Con qualche strillo.
Ad esempio, nel momento in cui è stato affrontato il tema delle mazzette e delle mazzettone , la vaghezza ha dominato incontrastata.
Più facile condannare le mazzette italiane, ormai entrate in circolo come sangue guasto addolcito nel corpo nazionale; meno facile, anzi difficile, sentire parole franche, concrete, circostanziate sulle mazzettone a Paesi stranieri, a intermediari, a sensali, a fantasmi delle bustarelle o bustone .
Domanda: le mazzettone sono da condannare sempre e comunque, anche se si scopre che rinunciando ad esse i miliardoni vanno in altre Tasche, di altri Paesi, e così ci sfuggono affaroni benefici per la disastrata industria italiana?
Risposta: bisogna indagare,capire meglio, fare quel che è giusto fare. Niente di più, niente di meno.
Rispondevano, imbarazzati, più i sederi dei presenti in studio, agitandosi meditabondi su poltroncine scricchiolanti.
Ovvero: si va avanti, come si può e non come si deve.
Spostiamoci alla radio, dove la scelta mattutina è caduta sulla crisi della politica. Qualcosa di serio, estramemente serio.
Sono intervenuti ascoltatori, professori di diverse opinioni, opinionisti, giornalisti.
Lo sforzo del conduttore è stato sovrumano per arginare il disastro descritto in primo luogo dagli esperti. Esperti balbettanti o verbosissimi nel ripetere analisi la cui componente essenziale è la disperazione.
Disperato il conduttore che deve “condurre”, con un pizzico almeno di ottimismo, un confronto o una illustrazione dei problemi.
Disperati professori ed esperti, che rivelano incomprensione e diffidenza per quello che i politici mettono sul piatto nella politica e delle elezioni.
Disperati gli ascoltatori , e anche gli spettatori (tv), la situazione non cambia. Che vuotano il sacco se parlano, o mostrano occhi vuoti di speranze se vengono inquadrati.
E’ solo un’impressione?
Italo Moscati