La Tv che c’era – Survivor
Nel 2000 dopo gli ascolti inimmaginabili registrati dalla prima edizione del “Grande Fratello”, l’Italia non poteva certamente rimanere a corto di quel nuovo genere di intrattenimento capace di catalizzare il 60% dei telespettatori. Il primo canale a seguire l’onda del reality post-Gf fu Italia1 che il 13 febbraio del 2001 partì alle 20.40 con “Survivor“.
Nel 2000 dopo gli ascolti inimmaginabili registrati dalla prima edizione del “Grande Fratello”, l’Italia non poteva certamente rimanere a corto di quel nuovo genere di intrattenimento capace di catalizzare il 60% dei telespettatori. Il primo canale a seguire l’onda del reality post-Gf fu Italia1 che il 13 febbraio del 2001 partì alle 20.40 con “Survivor“. Il programma derivato da un format che aveva già incassato grandi ascolti in giro per il mondo, diventava così una delle scommesse più importanti della rete diretta da Roberto Giovalli.
Cambiava quindi il concetto di reality. Non si spiavano più 10 concorrenti all’interno di una casa ma si seguivano le vicende di 16 novelli Robinson Crusoe tra i 22 e i 48 anni(professionisti, studenti, impiegati, disoccupati e una hostess dell’ Alitalia in aspettativa) divisi in due tribù Kuna e Tolote ed isolati per 43 giorni sull’arcipelago di Bocas del Toro, al largo di Panama in lotta per sopravvivere e conquistarsi il montepremi di mezzo miliardo di vecchie lire.
Alla conduzione vennero chiamati due volti del Tg5, con Benedetta Corbi impegnata nel talkshow del martedì sera di Italia1 (diviso in due parti con un’ora di filmati seguiti da un dibattito nello studio di Cinecittà) mentre Pietro Suber raccontava dall’isola dei naufraghi le sfide a cui si sottoponevano i concorrenti. Una ricetta diversa rispetto al concept del reality show a cui siamo abituati, senza diretta e televoti, causa probabilmente fondamentale del flop del programma.
Dopo il salto continua la storia dell’unica sfortunata edizione italiana di “Survivor” con alcuni dettagli sulle puntate andate in onda e sugli ascolti registrati:
L’avventura per i concorrenti era in realtà iniziata e finita per tutti già tre mesi prima della messa in onda delle 13 puntate previste registrate da ottobre a dicembre dell’anno precedente e sul cui finale doveva rimanere ovviamente il più stretto riserbo. Un segreto contaminato dalle indiscrezioni fornite da giornali e siti ancora prima della partenza, con tanto di nome del potenziale vincitore. Anche il comico Daniele Luttazzi, reduce da una sospensione-lampo, dallo studio di “Satyricon” su Raidue sentenziò: «A vincere “Survivor” sarà Nunzia».
Un chiacchiericcio che la Aran-Endemol, produttrice del programma, non smentiva limitandosi ad osservare con soddisfazione che lo show faceva già parlare di sé. In realtà l’interesse si rivelò ottimo solo per la prima puntata con, Marina La Rosa e Sergio Volpini come ospiti in studio, che arrivò a 5 milioni di telespettatori nella prima parte, quella con la sfida sull’ isola (17% di share) e 3 milioni e mezzo nella seconda che ospitava il talk show condotto da Benedetta Corbi (14%) per poi calare dalla seconda puntata a 3 milioni 23 mila spettatori con il 10,48% di share e a 1 milione 993 mila spettatori (share 7,84% ) nel talk show successivo.
Alla ricerca di una soluzione Italia 1 sperimentò prima una replica pomeridiana, lo spostamento del prime time dal martedì al giovedì sera fino alla scelta di ridurre il reality da 13 a 10 serate con l’unica consolazione di aver catturato il target di telespettatori fra i 4 e i 34 anni, di 5 punti superiore alla media di rete.
Tra l’espulsione di una concorrente che aveva taciuto di avere un tumore, le polemiche della Lega antivivisezioneper le immagini di uno sgozzamento di un pollo “Survivor” arrivò alla proclamazione della vincitrice, la ballerina slava Milica Miletic che sul flop del programma sentenziò: “Voi italiani, guardoni. Survivor ha fatto flop perché non c’ era sesso. Se, tra noi, qualcuna fosse rimasta incinta, il programma sarebbe diventato un evento nazionale.”