La Tribù – Missione India non andrà mai in onda
Come ufficializzato da un comunicato Mediaset, La Tribù – Missione India non andrà più in onda:“E’ stato superato ogni limite ragionevole di ritardo da parte del produttore indipendente Triangle Production. Scadeva ieri infatti il termine ultimo entro il quale la produzione avrebbe dovuto mettere Mediaset in condizione di mandare in onda la trasmissione. Ma questo
Come ufficializzato da un comunicato Mediaset, La Tribù – Missione India non andrà più in onda:
“E’ stato superato ogni limite ragionevole di ritardo da parte del produttore indipendente Triangle Production. Scadeva ieri infatti il termine ultimo entro il quale la produzione avrebbe dovuto mettere Mediaset in condizione di mandare in onda la trasmissione. Ma questo non è avvenuto, rendendo così oggettivamente impossibile, dopo diverse settimane di ritardo, l’inserimento di un programma di prima serata all’interno di un palinsesto già pianificato. Mediaset è solidale con Paola Perego e la ringrazia per la professionalità con cui ha partecipato alla preparazione del programma. Ed esprime gratitudine sia a coloro che avevano accettato con entusiasmo di partecipare alla Tribù in veste di protagonisti, dall’inviato ai concorrenti, sia al proprio personale, inutilmente gia’ sul posto da un mese, che ora sarà fatto rientrare in Italia. Alla luce del grave danno subito Mediaset si riserva ogni iniziativa giudiziaria a tutela dei propri diritti”.
Comprensibilmente sta per scattare il piano B Mediaset, che vedrà il Grande Fratello partire in anticipo lunedì 19 ottobre e Chi ha incastrato Peter Pan? (forse) mercoledì 7 anziché giovedì 15, come per ora recitano gli spot.
In ogni caso la chiusura di un programma in anticipo è da guinness della storia della tv, quantomeno di quella recente dei reality show (su Italia 1 è successo un episodio simile con Appuntamento al buio della Tatangelo, su cui si era iniziato a lavorare e a investire budget per poi annullarne la messa in onda).
Questa Tribù che non c’è più lascerà, sicuramente, molti strascichi nelle future produzioni (si è parlato di due-tre milioni di euro “dilapidati” per niente). Nei nostri commenti dicono che il trash è in via di auto-distruzione, ma in questo caso si trattava di un progetto autoprodotto su cui si erano riposte enormi aspettative anche di carattere avanguardista. Parlavano di “nuova frontiera del reality”, del reality che supera i suoi confini e a cui, invece, sono state tarpate le ali, per ragioni che ci piacerebbe chiarire.
Nelle ultime settimane si sono rincorse svariate motivazioni che avrebbero reso la Missione impossibile, dal problema dei visti non concessi dall’ambasciata Indiana alla mancata autorizzazione alla diretta satellitare. Ma su Vanity Fair della scorsa settimana è stato messo in evidenza un altro inconveniente di carattere socio-culturale, da un eminente antropologo come Ugo Fabietti:
“La metà dei Bhil, gli uomini d’arco protagonisti del nuovo reality, non sono degli sprovveduti. La metà di loro guarderà la Tv ogni giorno. Sanno benissimo che tipo di tv arriverà, hanno accettato per un preciso ritorno economico. Purtroppo loro non possono nemmeno immaginare quanto il reality rovinerà le loro relazioni sociali. Si tratta di una nuova forma di colonialismo, noi occidentali ora sfruttiamo la loro immagine”.
Dunque, La Tribù si sarebbe anche macchiata di offrirci un ritratto distorto della realtà indiana, offrendone uno spaccato fintamente arretrato? Altro che La Talpa, abbiamo appena detto addio a uno dei gialli più intricati e appassionanti delle cronache televisive recenti, un giallo di cui non sapremo forse mai il vero “assassino”.