La tempesta, su Raiuno il film-tv sulla paura di crescere e la crisi
Su Raiuno La tempesta, film-tv con protagonista Paolo, costretto a prendersi cura del figlio adottivo del fratello imprenditore, aiutato da un’operaia dell’azienda di cui è proprietario
Si conclude “Purchè finisca bene”, il ciclo di film-tv che ha raccontato l’Italia di oggi con il tono della commedia. Questa sera alle 21:15 su Raiuno va in onda “La tempesta”, ultimo film-tv della serie. Prodotto da Rai Fiction e Pepito Produzioni, la fiction ha la sceneggiatura di Elena Bucaccio, Alessandro Sermoneta e Giulio Calvani, per la regia di Fabrizio Costa.
La storia racconta la necessità di dover crescere imposta dalla crisi: l’imprenditore Aldo Del Serio, a capo di un’azienda di ceramiche, sparisce con la moglie dopo uno tsunami mentre era in vacanza ai tropici. L’uomo aveva da poco adottato un bambino bielorusso, Natoli (Leonardo della Bianca), arrivato in Italia proprio nei giorni in cui si perdono le tracce di Aldo.
Bisogna, quindi, trovare qualcuno che lo sostituisca, ma l’unico che potrebbe prendere il posto è Paolo (Giovanni Scifoni), suo fratello, molto diverso da Aldo. Paolo, infatti, è un ragazzo che non è mai cresciuto davvero, che si finge fotografo per rimorchiare le modelle. A lui si chiede non solo di occuparsi di Natoli, ma anche dell’azienda, trasformandolo in un uomo d’affari prima che i servizi sociali riprendano il ragazzino.
Ad aiutarlo nella trasformazione c’è Manuela (Nicole Grimaudo), operaia in azienda, affidabile ed anche vicina di casa di Paolo, che non sopporta per il suo modo di vivere la vita sempre spensierato. Manuela, però, riesce a legare con Natoli e si convince di aiutare Paolo. I due dovranno superare le differenze anche per la gestione dell’azienda che, intanto, deve affrontare la crisi, con la mancanza di credito e la tasse sempre più alte. Nel cast, Ennio Fantastichini è Salmastri e Nino Frassica è Bepi.
“La tempesta” prova a mostrare la crisi economica sotto due punti di vista: quello materiale, con la necessità di guidare un’azienda in un periodo in cui le entrate diminuiscono, e quello personale, con il protagonista alle prese con la necessità di cambiare la sua vita per permettere alla ditta di non chiudere.
In questo modo, il ciclo “Purchè finisca bene” si chiude con una storia che lega l’umanità di personaggi che si aiutano l’un l’altro all’attualità di un contesto economico che ancora fa fatica a ripartire, senza dimenticare di far ridere il pubblico.
La tempesta