La Talpa 3 – Silvio Testi, produttore Triangle: “Il reality non è un genere di Serie B. Prossima edizione? Spero in Asia”
Si è conclusa giovedì con un boom di ascolti la terza edizione del reality game La Talpa. Il concorrente “traditore” che si è rivelato durante la serata è stato Franco Trentalance mentre la vincitrice assoluta del programma, che si è portata a casa i 200.000 Euro di montepremi, è stata Karina Cascella. Poche ore prima
Si è conclusa giovedì con un boom di ascolti la terza edizione del reality game La Talpa. Il concorrente “traditore” che si è rivelato durante la serata è stato Franco Trentalance mentre la vincitrice assoluta del programma, che si è portata a casa i 200.000 Euro di montepremi, è stata Karina Cascella. Poche ore prima della finale, abbiamo incontrato il produttore del programma, Silvio Testi, deus ex machina della Triangle Productions che ci ha svelato alcuni retroscena sulla trasmissione e sulla gestione della talpa in Sudafrica.
Come è stata scelta la location di quest’anno?
“L’Africa è ricca di scenari straordinari. Prima del Sudafrica quest’anno siamo stati in Namibia ma era inutilizzabile per noi poichè si estendeva attraverso un deserto di chilometri. Quando si cerca una location per noi la difficoltà è duplice: riuscire a dare delle immagini di un’Africa vera e al tempo stesso avere la vicinanza delle strutture per consentirci di poter costruire tutto. La Talpa, a differenza di altri reality, costruisce proprio tutto: quando noi arriviamo troviamo la savana: tutto quello che poi i telespettatori vedono in onda non esisteva prima. Non c’era la sala del fuoco, lo studio della diretta, la barca dove hanno vissuto i concorrenti, la capanna zulu. Inoltre la Talpa ha un elemento tribale che la contraddistingue e mette in contrapposizione civiltà, mentalità e mondi diversi. Vedere ad esempio la famiglia Zulu che si relaziona con Karina, è davvero uno spettacolo. E pensare che gli zulu hanno visto la prima volta la tv e un computer durante questo programma“.
Visto il successo, si dice che La talpa potrebbe passare a Canale 5. Quanto c’è di vero?
“Ci sono delle voci che girano, noi che siamo la produzione non siamo stati informati di questa cosa. So che il direttore di Italia 1 Tiraboschi è molto contento di come è andato il programma e per adesso stiamo su Italia 1. Se l’azienda ci chiederà qualcosa di diverso la valuteremo”.
Tra l’altro la talpa è seguita da moltissimi giovani, quindi il target perfetto per Italia 1
“Abbiamo avuto un’audience sul target 15-35 del 33%. Saremmo pronti a ripartire anche domani con una nuova edizione perchè questo è un programma faticosissimo e difficile da fare ma che al tempo stesso mette un grande entusiasmo a tutti quelli che ci lavorano.”
Un programma, La talpa, che richiede un grande lavoro di squadra…
“E’ vero, questo è un genere che alleva grandi professionisti. Si parla spesso dei reality come un sottogenere televisivo, invece non c’è programma più preparato di quanto non lo sia questo. I nostri costruttori sono scenografi che sono riusciti a fare in poco tempo e con pochi mezzi cose importanti. All’interno del mondo del reality si nasconde un cast di professionisti di cui si parla veramente poco. Il reality è un genere che appassiona il pubblico e un grande affare per le reti che a costi molto contenuti producono molte ore di programma (noi ad esempio quest’anno ne abbiamo realizzate circa 220 se ci mettiamo anche quelle prodotte per Sky Vivo).”
Ma quanto costa un programma come La Talpa?
“Diciamo che il costo complessivo è relativamente basso grazie anche al contenimento dei costi ottenuto con la collaborazione delle Risorse Artistiche Mediaset. La realizzazione delle puntate e di tutto il cast ha comportato un investimento inferiore ai 500.000 Euro totali. A questo proposito, sono felice per il risultato che premia il lavoro appassionato del nostro team di produzione di 150 persone, che ha lavorato spesso in condizioni proibitive. Ringrazio di cuore la splendida conduttrice Paola Perego e la new entry Paola Barale. Un grazie speciale al popolo del web che ha triplicato i già ottimi risultati della passata edizione: in otto settimane di programmazione, 2 milioni di computer diversi collegati al solo sito ufficiale de La Talpa per un totale di oltre 20 milioni di pagine visitate”.
Torniamo al gioco. Come viene scelta la talpa?
“La talpa la decidiamo in due. Durante il programma appena concluso ad esempio a conoscere quale fosse la sua identità eravamo solo io e Paolo Taggi, l’autore che stava in Africa. Nè Paola Perego, nè Luca Tiraboschi, nè gli altri autori e neppure Pier Silvio lo sapevano.”
Ma più in dettaglio, come fa la produzione a mettersi in contatto con la talpa senza farsi accorgere dagli altri?
“E’ molto semplice. L’autore Taggi ogni due-tre giorni passa a visitare tutti i concorrenti che vengono incontrati uno ad uno. Nel corso di questi incontri, lui parla di tutto e, logicamente, con la talpa, studia le strategie per poter sabotare le prove e per creare scompiglio come richiede il gioco. Inoltre cerca di incoraggiare il concorrente talpa ad andare avanti: nelle edizioni passate, ad esempio, Marco Predolin voleva lasciare il gioco dopo la terza settimana perchè si era stancato e lo stress di dover mentire contro i suoi amici e compagni di avventura erano diventati molto forti. Per fortuna poi siamo riusciti a fargli cambiare idea e l’abbiamo portato fino alla fine“.
E questa talpa vi ha creato problemi?
“Siamo contenti, anche se pure questa talpa dopo tre o quattro settimane voleva mollare. Spesso durante i casting noi facciamo dei giochi con tutti i concorrenti dicendo loro che saranno la talpa proprio per vedere come reagirebbero di fronte ad un tale peso da sostenere. E’ tutto un gioco psicologico in cui il vero e il verosimile si mescolano. E anche questa talpa ha avuto le sue defaillance“.
Se durante il gioco la talpa venisse eliminata dal concorrente cosa succederebbe?
“Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un caso molto limite. Il test è fatto sull’identità della talpa quindi la stessa persona sa benissimo rispondere a tutte le domande e senza esitare. Se però il concorrente avversario avesse capito che quella che ha di fronte è la talpa, allora potrebbe bruciarla sul tempo e vincere contro di lei. In tal caso si farebbe una nuova cerimonia di investitura. Va anche detto che non è escluso che durante il test la talpa non menta: se si accorge per esempio che l’avversario ha sbagliato parecchie domande, può mentire sulle successive per depistare sulla sua identità“.
Ma il reality è pilotato o è naturale?
“C’è una costruzione molto sottile, di rapporti, di relazioni che l’autore fa con i concorrenti. Alla fine i concorrenti guardano lui come ad un riferimento perchè lui ha la percezione di come loro sono vissuti dal pubblico a casa. Siccome loro non si possono vedere, chi gli da’ questa sensazione, è proprio l’autore. Nel momento in cui si trovano a chiedere un consiglio, l’autore cerca di indirizzare attraverso una sfaccettatura di carattere che magari non è ancora uscita. Non sto dicendo che c’è un copione sia chiaro, l’autore però cerca di indirizzare attraverso determinate azioni il concorrente che magari non ha mostrato tutto di sè e lo fa proprio perchè il concorrente si fida ciecamente di lui“.
Finita con successo questa edizione, sta già pensando alla prossima? Dove vorrebbe ambientarla?
“Siamo stati in Sud America la prima volta, in Africa 2 volte, ho fatto un sopralluogo in Amazzonia molto bello e alla fine abbiamo riprodotto una specie di Amazzonia in Africa. Alcuni elementi la ricordavano, come la barca, il fiume. A me piacerebbe molto, anche se è una sfida complicata, ambientare il programma in Asia. Ci sarebbero problemi di fuso orario, distanza ma ci proveremo.”
Complimenti per il successo del programma e grazie per questa intervista che ha rivelato parecchi dubbi anche dei nostri lettori. (Share)