La Squadra di RaiTre rischia la chiusura
Non c’è pace per La Squadra di RaiTre. Poiché la “nuova” versione non ha dato i suoi frutti, anzi ha allontanato ancora di più il pubblico per la sua marcata componente cattivista, la Grundy sarebbe scettica a continuare. Lo scrive quest’oggi Luciano Giannini per Il Mattino, attestando la stesura di un documento sindacale, nonché di
Non c’è pace per La Squadra di RaiTre. Poiché la “nuova” versione non ha dato i suoi frutti, anzi ha allontanato ancora di più il pubblico per la sua marcata componente cattivista, la Grundy sarebbe scettica a continuare. Lo scrive quest’oggi Luciano Giannini per Il Mattino, attestando la stesura di un documento sindacale, nonché di una lettera aperta firmata dagli oltre duecento tecnici della troupe che lancia l’allarme:
“La chiusura di questa fiction pare inevitabile… La Squadra è una produzione a basso costo (circa 600 mila euro a puntata ndr) che paradossalmente lavora al ritmo più alto di tutte le altre in Italia: tre troupe al giorno, coordinate per realizzare due episodi di 50 minuti in soli 14 giorni… Senza contare che in ogni serie coinvolgiamo qualcosa come duemila comparse… Inoltre, siamo a due passi da Scampia che non è solo Gomorra. La gente ci ha accolti con calore e tanti studenti hanno visitato il set. Non abbiamo mai ricevuto pressioni camorristiche, mentre abbiamo accolto chi aveva bisogno di possibilità per riscattarsi dagli sbagli del passato. Eppure anche noi siamo periferia. Perché siamo sempre stati ai margini della programmazione televisiva (l’anno scorso andava in onda al mercoledì prima contro Amici, la Champions e il campionato e poi contro un competitor interno come Capri ndr)”.
Attualmente si sta girando una nuova serie (orfana di Pietro Taricone) ma la Rai avrebbe dimezzato il numero delle puntate previste: dalle tradizionali 22 si è passati a 11 e pare che non andranno in onda prima del prossimo autunno. Pertanto gli attori del cast protestano alla sola eventualità che La Squadra chiuda i battenti. Primo fra tutti Rolando Ravello, già volto di Marco Pantani nella fiction Pirata di RaiUno, nonché ispettore capo dei “falchi” Sergio Vitale ne La Nuova Squadra:
“E’ folle pensare di cancellare una fiction che fa lavorare tanta gente di Napoli a Napoli, è un esperimento unico di coproduzione tra Rai e privati (la Grundy), è girata non in appalto ma solo con troupe interne Rai e in dieci anni, assieme a Un posto al sole, ha permesso di costruire professionalità altissime”.
Anche Toni Sperandeo, uno dei pochi superstiti della vecchia formula, scende in campo per manifestare il proprio dissenso:
“Così la Rai dimostra poco coraggio. e poi, oggi, la serie è molto diversa da prima. Bisogna dare tempo alla produzione di trovare i giusti equilibri di racconto e al pubblico di scoprire il prodotto”.
La Grundy, però, non può ignorare che lo share sia sceso tra l’8 e il 6%, anche se secondo Ravello non solo la serie non ha avuto il sostegno degli spot, apparsi di rado e solo su RaiTre, ma l’ascolto partirebbe al quattro, poi sale, poi cala quando comincia la partita, e poi cresce fino al 10-11% al fischio di chiusura. L’estate scorsa, invece, senza concorrenza le repliche hanno raggiunto anche il 14%.
Pertanto l’ultima speranza su cui confida la troupe è quella che si cancelli La Nuova Squadra realizzando al suo posto un’altra serie per non mandare tanta gente a spasso. Si espresse lo stesso auspicio ai tempi di Vivere, per mitigare il colpo: peccato che della nuova fiction Mediavivere non ci sia ancora traccia. E anche la Rai non è nuova alle chiusure, visto che ha perso Sottocasa e Incantesimo, che hanno segnato la morte della soap nel daytime di RaiUno.
Roberto Sessa, amministratore delegato della Grundy, coproduttrice della fiction e detentrice del format, non esclude che si stia ventilando la possibilità di un ricambio:
“Discutiamo su possibili altre serie da far produrre a Napoli – comedy o family drama – da affiancare alla Nuova Squadra o da mettere al suo posto se la Rai insisterà a volerla chiudere”.
D’altronde con la bella favola in tv, anziché con un poliziesco truculento, si va sempre più sul sicuro…