Home Hawaii Five-0 L.A. Screenings 2010: Boardwalk Empire, Undercovers ed Hawaii Five – 0 le serie più acquistate, ma manca la vera novità

L.A. Screenings 2010: Boardwalk Empire, Undercovers ed Hawaii Five – 0 le serie più acquistate, ma manca la vera novità

Si sono conclusi pochi giorni fa, a Los Angeles, gli screening, ovvero gli incontri che coinvolgono ogni anno produttori televisivi americani e stranieri, i quali arrivano negli Stati Uniti per visionare le novità più interessanti ed acquistarle per il proprio Paese.Oltre 1.400 esperti del settore (tra cui 50 italiani) di 70 Stati hanno così passato

pubblicato 4 Giugno 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 15:13


Si sono conclusi pochi giorni fa, a Los Angeles, gli screening, ovvero gli incontri che coinvolgono ogni anno produttori televisivi americani e stranieri, i quali arrivano negli Stati Uniti per visionare le novità più interessanti ed acquistarle per il proprio Paese.

Oltre 1.400 esperti del settore (tra cui 50 italiani) di 70 Stati hanno così passato la scorsa settimana a vedere gli episodi pilota di oltre 40 nuove serie televisive, sia della tv generalista che della tv via cavo. Il risultato è stato un primo segnale dei titoli che promettono di appassionare il pubblico nei prossimi mesi.

Tra le serie più vendute (si parla di una cifra intorno ai 500/750 mila dollari ad episodio), ad esempio, spicca “Boardwalk Empire” della Hbo: ambientato nell’era del proibizionismo, lo show ha già fatto parlare di sè grazie alla presenza di Martin Scorsese dietro la macchina da presa per il primo episodio. Ma tra i telefilm che hanno attirato maggiormente l’attenzione, citiamo anche “Undercovers” della Nbc, il remake di “Hawaii Five-0” della Cbs, “Off The Map” della Abc ed il cartoon “Bob’s Burgers” della Fox. Eppure, la sensazione è che tra le tante serie proposte manchi quella che possa garantire un vero successo (“Non ci sono show come Glee o Modern Family”, avrebbe commentato un acquirente durante le presentazioni).

Tra i molti titoli comprati, numerose sono le serie crime o procedural, che propongono spesso trame verticali (i casi di puntata), inserendo qua e là alcuni elementi utili per una trama orizzontale: l’unico modo, insomma, per convincere il telespettatore che non è necessario vedere la serie puntata dopo puntata per capirne il senso, e che quindi la sua visione non viene compromessa se si salta un episodio o due.

Le sit-com diminuiscono sempre più, per lasciare spazio al genere dark-comedy, che ormai ha preso piede soprattutto nei canali via cavo. Serie presentate a Los Angeles come “The Big C”, che cercano di far ridere parlando di argomenti delicati (come il cancro), necessitano di una maggiore riflessione da parte del pubblico, che spesso non capisce subito la grandezza dei personaggi protagonisti e rischia di bocciare lo show prima ancora che questo si sia espresso totalmente.

Osare è una prerogativa dei telefilm di oggi, ma spesso bisogna fare i conti con il contesto in cui una serie viene trasmessa: durante gli screening è stato citato il caso di “The Borgias”, la nuova serie storica in stile “The Tudors” che Showtime trasmetterà dall’anno prossimo in sostituzione di quest’ultima. La vicinanza di alcuni Paesi europei (compreso il nostro) col Vaticano, non solo ha fermato le riprese di una serie simile nel nostro continente, ma potrebbe anche ostacolare l’acquisizione dello show americano.

Forse questo è uno dei motivi per cui molti buyer danno solamente “un’occhiata” ai nuovi show, sfruttando la possibilità di rivedere i pilot online, e quindi decidere con calma cosa acquistare e cosa lasciare in America.

E quest’anno, dicono gli studios tirando le somme, c’è stato un interesse maggiore. Grazie ad un ventaglio più ampio di proposte -ed al fatto che la Nbc tornerà a programmare serie tv anche in seconda serata, dopo il flop del “The Jay Leno Show”-, ma anche a causa della fine di numerose serie tv, che hanno salutato il pubblico dopo anni di onorata carriera, lasciando alcuni network stranieri a secco di programmazione.

Non ci resta che sperare che le case di produzione non si poggino solo su dei numeri in salita rispetto al passato, ma che sappiano anche tornare a quel coraggio che sono stati costretti a mettere da parte durante la recessione, ma che ci ha regalato alcune delle migliori serie televisive degli ultimi anni.

[Via TheHollywoodreporter]

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