Home Rai 2 La risposta giusta, il sociale raccontato da una vetrina asettica

La risposta giusta, il sociale raccontato da una vetrina asettica

La risposta giusta è un game “comodo” e demotivato. Clima in studio non pervenuto, il rischio è un mero spazio di rappresentanza…

19 Marzo 2022 19:12

Costruire un game utilizzando il sociale come materia da cui attingere per le domande non è sicuramente qualcosa di facile, ma dal momento in cui ci si prefigge un obiettivo bisogna mettersi nelle miglior condizioni possibili per tentare di raggiungerlo. La risposta giusta invece decide di schierare su delle comode poltrone, in uno studio dai colori freddi e scostanti, quelli che dovrebbero essere i concorrenti del programma di Veronica Maya, ovvero tre personaggi non noti in nessun modo al pubblico da casa – non per questo però persone comuni – che devono giocare tramite della palette.

A completare il tutto ci pensa il tabellone ricoperto da numeri dietro ai quali si nascondo i volti di personaggi, famosi e non, che legano la loro persona a progetti e iniziative rivolti al sociale. Se l’ultima scelta non brilla per originalità, le prime paiono fatte con l’evidente volontà di ostacolare la creazione di un clima famigliare e caloroso che permetta di rendere più digeribile il tipo di materia da veicolare a un pubblico che si risveglia al sabato mattina cercando probabilmente qualcosa di diverso rispetto al costante martellamento informativo che da settimane caratterizza i palinsesti della nostra televisione.

La presunta spontaneità che la Maya ricerca ogni volta che si rivolge ai propri ospiti si trasforma sempre di più, con il passare dei minuti, in una chimera e con tutti i limiti che possono attribuirsi alla sua conduzione viene qui da dire che probabilmente il principale problema non è lei, ma tutto il resto del programma. Da anni Rai2 sta integrando nella propria identità di rete il racconto del sociale, la cui quota per poter aumentare deve risultare ben miscelata con un programma dalla forma televisiva accattivante, altrimenti il rischio di costruire una vetrina asettica e uno spazio di pura rappresentanza è dietro l’angolo…

o anche no 2021
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