La Regina degli Scacchi, la miniserie fenomeno che domina la Top Ten Netflix (e supera Suburra)
The Queen’s Gambit è il titolo originale della miniserie che partita in sordina ha conquistato i vertici della Top Ten Netflix in Italia e nel mondo
Scacco matto ad Aureliano a sorpresa in questo mese di novembre.
La Regina degli Scacchi una miniserie in sette episodi, arrivata su Netflix un po’ sotto traccia e senza tanto clamore mediatico il 23 ottobre, ha conquistato la Top Ten di molti paesi in cui la piattaforma di streaming, compresa l’Italia dove ha superato anche Suburra (caricata in streaming una settimana dopo)
Non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti questa miniserie su una giovane scacchista è riuscita a far breccia nel cuore degli spettatori. Il suo consolidamento ai vertici della Top Ten Netflix incarna la stessa forza della piattaforma. Una minserie che grazie a un giusto posizionamento, ai suggerimenti e a un buon passaparola ha scalato le classifiche giorno dopo giorno, arrivando in testa alla Top Ten diversi giorni dopo il suo rilascio avvenuto il 23 ottobre. Non una meteora quindi ma un prodotto che con la forza della sua narrazione ha costruito il proprio successo.
L’effetto bandwagon ha poi fatto il resto, più se ne parla, più sale in classifica, più appare nell’home page di molti tra i più visti, nella Top Ten, più è facile che un utente qualunque possa decidere di provarlo.
https://youtu.be/Ya1MgSu8Pxc
Una vicenda tra sport e psicologia
Il titolo originale The Queen’s Gambit rimanda a una specifica mossa degli scacchi, il gambetto di donna, una delle più antiche che si conoscano di cui addirittura si trovano tracce in uno scritto del 1497, mostrando come il gioco degli scacchi non sia soltanto un contorno della miniserie, una scusa per raccontare la vita della protagonista, ma sia proprio una componente centrale della produzione. Una precisione che ha portato alla serie anche l’ apprezzamento della comunità dei giocatori di scacchi che ne ha elogiato la cura e la precisione, con l’unico rammarico emerso che secondo alcuni avrebbe potuto raccontare una scacchista realmente esistita.
La miniserie è basata sul romanzo omonimo di Walter Trevis del 1983, racconta la storia di finzione di una ragazza orfana che tra gli anni ’50 e i ’60 cresce fino a diventare la più grande giocatrice di scacchi, dovendo però fare i conti con problemi legati all’abuso di alcool e droga. Beth Harmon, interpretata da adulta da Anya Taylor-Joy, una gioia per gli spettatori per la sua interpretazione, la incontriamo bambina quando è una piccola orfana. Vive in orfanotrofio dove incontra Mr. Shaibel (Bill Camp), l’uomo che le cambierà la vita, colui che le insegnerà l’arte degli scacchi facendola diventare una star.
I tornei di scacchi diventano un modo per uscire dalla monotonia della sua vita, una valvola di sfogo e contrariamente a quanto normalmente si possa pensare, la miniserie riesce a rendere avvincenti anche le sfide sulla scacchiera. Un sottile gioco psicologico in cui emerge la personalità di Beth, curiosa esploratrice della mente capace di farsi strada in un mondo che prova a escluderla a tenerla ai margini non essendo lei parti di quell’elite di giocatori che controlla normalmente i tornei. Il bianco e il nero, i pedoni, il cavallo diventano sempre più parte della sua vita. Durante i tornei si forma, cresce, incontra amici, amori, amanti ma soprattutto quell’alcool e quelle droghe che renderanno tutto così maledettamente complicato.
La Regina degli scacchi, una certezza in un periodo incerto
La Regina degli scacchi è la miniserie ideale in questo tempo incerto che stiamo vivendo. Non solo perchè in quanto miniserie già sappiamo subito che finirà, quando e soprattutto che non dobbiamo appenderci alle ipotesi del rinnovo o aspettare un anno o anche più per continuare a vederla. Ma anche perchè incarna la voglia di riscatto, la speranza che un giorno tutto possa essere diverso, che la vita con l’impegno, la passione e la costanza possa prendere una piega totalmente inaspettata.
E non a caso il consenso è unanime. A differenza di altre occasioni, pubblico e critica si sono uniti nella passione per questa miniserie, ha conquistato i vertici delle Top Ten Netlfix in diversi paesi e un bel 8.9 su 10 su IMDB, il 100% su Rotten Tomatoes e poi basta farsi un giro nel web per cogliere recensioni e commenti entusiasti praticamente ovunque.
Scott Frank, regista e sceneggiatore della miniserie, è riuscito a rendere interessante quello che sulla carta poteva non sembrar tale, come gli scacchi. La giovane donna protagonista con i suoi dubbi, i suoi turbamenti, le sue fragilità è un personaggio molto contemporaneo nonostante i colori e le sfumature del passato. E proprio la ricostruzione degli anni ’50 e ’60 precisa, raffinata, elegante e lontano dai più classici stereotipi, organica al racconto e non soltanto accessoria, ha fatto il resto, contribuendo a rendere La Regina degli Scacchi una dei prodotti più interessanti di questo periodo.