Home Netflix Il Regno di Shondaland incontra il Regno di Bridgerton con La Regina Carlotta, nostalgica e attuale. La recensione

Il Regno di Shondaland incontra il Regno di Bridgerton con La Regina Carlotta, nostalgica e attuale. La recensione

Un esperimento che riesce, tra passione, romanticismo e molta più attualità di quanto si possa pensare per un costume drama: La Regina Carlotta potrebbe dare il via a tante altre “storie di Bridgerton”…

pubblicato 4 Maggio 2023 aggiornato 6 Maggio 2023 15:29

Il Regno della Regina Carlotta di Bridgerton è anche quello di Shonda Rhimes. O, forse, sarebbe il caso di dire che Rhimes ha costruito dentro il proprio regno, quello di Shondaland, uno più piccolo ma capace di dare il via ad innumerevoli storie. Non a caso, a vedere La Regina Carlotta: Una storia di Bridgerton viene la voglia di seguire ancora questi personaggi, le loro storie ed espandere così un mondo che era già noto.

La Regina Carlotta, la recensione

Il progetto che mette al centro la figura -realmente esistita- della Regina Carlotta è la naturale evoluzione di come in quel di Netflix si voglia puntare sempre di più su un marchio, Bridgerton, destinato a durare nel tempo. E considerato il buon risultato di questo esperimento seriale, verrebbe da pensare che in futuro esploreremo anche altri personaggi secondari nella serie principale ma meritevoli di uno spazio tutto loro.

È il caso di Carlotta, la cui schiettezza ed eccentricità tricotica sono state ben messe in scena da Golda Rosheuvel, che ne interpreta la versione adulta anche in questo prequel, mentre la sua versione giovane è stata affidata a India Amarteifio. In un intreccio tra passato e presente (con una storyline volutamente pensata e che potrebbe inserirsi in quella della terza stagione di Bridgerton), la miniserie non si limita a fare da prequel, ma diventa una storia a se stante, che resta fedele al tono con cui l’originale si è presentata al pubblico, accentuando alcuni temi cari a Rhimes.

L’emancipazione femminile incontra l’attualissima questione della salute mentale e della cura di se stessi che vada oltre l’aspetto fisico, senza dimenticare l’amore, qui declinato in varie forme. Dalla passione irrefrenabile (un must di Bridgerton) al sentimento più romantico, fino all’indispensabile amore per se stessi: La Regina Carlotta, pur restando aggrappata al suo passato storico, è in realtà una serie tv assai moderna, scritta proprio per parlare al pubblico più contemporaneo possibile avvolgendo l’attualità negli scenari da sogno che solo i costume drama possono offrire.

E, va detto, rispetto a Bridgerton il risultato è anche migliore: vuoi per la durata più breve del formato (solo sei episodi) che costringe a condensare tutto senza perdersi in sottotrame inutili, vuoi per il fascino che il personaggio della Regina ha saputo costruire intorno a sé fin dalla serie madre, queste origini di Carlotta diventano un intrattenimento romantico ma non mieloso, attuale ma non da impegno civile, con le giuste licenze rispetto alla Storia ma senza neanche inventarsi troppo. Un equilibrio di cui tenere conto per eventuali spin-off di Bridgerton futuri.

Perché, come abbiamo accennato sopra, siamo certi che La Regina Carlotta non sarà l’unico “grande esperimento” che il regno di Shondaland vorrà fare sul Regno di Bridgerton. Una serie ancora giovane (la terza stagione deve ancora uscire, la quarta è già stata confermata), con personaggi ancora freschi ed una saga al passo con le richieste del pubblico. Per questo immaginarci un altro prequel, magari su Lady Danbury o sulla storia d’amore tra Lady Violet Bridgerton e suo marito Edward non è in fin dei conti così assurdo. La Regina Carlotta diventa così precorritrice: non è stato ancora raccontato tutto ciò che gira intorno a Bridgerton.

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