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La Rai smantellata non sa informare sulla crisi

Clamorosa impreparazione della Rai che non informa sulla situazione delle Borse internazionali. Il servizio pubblico in vacanza.

pubblicato 8 Agosto 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 04:31


Crisi del debito. La Rai è la grande assente, e in questi giorni di grande incertezza che si sfogliano dai calendari degli italiani, il servizio pubblico dimostra una volta per tutte che il processo di smantellamento che ha subito in questi ultimi anni ha dato i suoi frutti marci: non c’è un programma di approfondimento – se non gli apprezzabili sforzi del Tg3 Linea Notte. Che, appunto, va in onda di notte.

E non è certo il sottoscritto a pensarla così in maniera isolata. Ne è la prova un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia che, sul Corriere, scrive Le borse crollano la Rai in vacanza e si chiede:

Ma Paolo Garimberti e Lorenza Lei sono italiani? Abitano in Italia il presidente e il direttore generale della Rai? Vivono tra noi, condividono le nostre preoccupazioni e i nostri discorsi? Se la risposta è sì, come suppongo, allora è davvero inspiegabile come possano consentire che in questi giorni la stessa Rai, al di là della più scheletrica informazione sui fatti, lasci il Paese al buio, senza cercare di spiegargli a fondo quanto sta capitando.

La risposta è che la Rai è ormai slegata dalla realtà, per voleri altri e alti. Che si è sbarazzata di uno dei suoi più fastidiosi programmi di approfondimento (Annozero, che ha fatto la guerra a un altro (Report, che si perde in giro direttori di rete e personaggi televisivi che fanno ascolti. E oggi, inevitabilmente, non è più un punto di riferimento nel Paese come la Rai di un tempoi.

Ancora Della Loggia (di cui condivido tutto, per una volta):

Quella Rai non esiste più. È stata sbranata e divorata dai partiti, complice il meccanismo micidiale dell’Auditel, imposto dai pubblicitari e dalle televisioni commerciali per fare del solo indice di ascolto il criterio sovrano di ciò che deve o non deve andare in onda. Come sempre, dunque, avremo quel che ci siamo meritato. L’imminenza del Giudizio Universale, si può essere sicuri, o più modestamente lo spread a 800 punti, saranno oggetto di apposito dibattito tra Cgil, Cisl e Uil, naturalmente verso mezzanotte e un quarto, e intervallato da una réclame di tonno in scatola e una di carta igienica.

Rai 1