La Rai querela a tutto spiano, da Feltri a Facci. E Limiti spara a zero su Del Noce
Tira aria di oscurantismo a Viale Mazzini, con una mamma Rai sempre più implacabile. Innanzitutto, sta per procedere “una querela per diffamazione, in sede penale e civile, al quotidiano Libero, con una richiesta di un consistente risarcimento danni”. Lo ha annunciato il direttore generale, Claudio Cappon, reagendo al documento – pubblicato dal giornale diretto da
Tira aria di oscurantismo a Viale Mazzini, con una mamma Rai sempre più implacabile. Innanzitutto, sta per procedere “una querela per diffamazione, in sede penale e civile, al quotidiano Libero, con una richiesta di un consistente risarcimento danni”. Lo ha annunciato il direttore generale, Claudio Cappon, reagendo al documento – pubblicato dal giornale diretto da Vittorio Feltri – che contiene un presunto organigramma completo di circa 650 dirigenti Rai, schedati in base all’appartenenza politica.
Poi, la rubrica di Luca Sofri su Vanity Fair, questa settimana, titola così: “Criticare la Rai oggi costa 10 milioni”. E’ il risarcimento chiesto a Filippo Facci e a Il Giornale, relativamente a un articolo in cui il giornalista si “rallegrava” del tetto imposto ai compensi di chi lavora per l’azienda, parlando di un milione di euro annuo per Simona Ventura, 800 mila euro per Carlo Conti e 650 mila euro per lo stesso direttore generale.
A ciò si aggiungevano espressioni piuttosto forti, contro il canone e la mancanza di un vero servizio pubblico. Per questo, Facci fu escluso da una puntata di Anno Zero a cui era stato invitato e ora la querela di allora è stata definitivamente depositata.
A questo si aggiunge un’intervista al vetriolo rilasciata da Paolo Limiti a Vanity Fair, in cui il suo colore rosso di capelli viene associato al Malpelo verghiano visto il livore delle sue parole:
“Ho incontrato un direttore di rete, Fabrizio Del Noce, cui non sono simpatico. Lo so che è poco per farmi fuori, visto che alla Rai ho sempre portato ottimi risultati ma è così. Da 5 anni è sempre lì. Si vede che è ben protetto politicamente”.
Limiti aggiunge di aver gravitato per qualche tempo nell’entourage di Lele Mora, con la speranza di tornare a lavorare, per poi revocargli presto il mandato a causa di incompatibilità artistiche. A quei tempi scoprì che anche Del Noce frequentava quell’ambiente e quello che ha visto e sentito sul suo conto gli ha dato la conferma di non voler più avere a che fare con lui. Sempre Vanity, non noi, titola il pezzo: “L’importanza di piacere a Del Noce”.
Onde evitare fraintendimenti, equivoci o accuse di faziosità ci siamo limitati a riportare i fatti, tratti da fonti autorevoli e puntualmente citate. Lasciamo ampio margine di critica a voi, invitandovi alla moderazione vista la delicatezza dei temi trattati.