La Porta Rossa 3 e il coraggio di andare in onda tre anni dopo la seconda stagione (ma la chiusura è necessaria qui più che altrove)
Un’ultima stagione più che necessaria per la serie tv di Raidue, costretta ad una pausa di quasi tre anni
A vedere i primi due episodi de La Porta Rossa 3 viene in mente la parola “coraggio”. Non perché la serie sovrannaturale abbia osato stravolgere la trama o prendere direzioni inaspettate. Piuttosto, il coraggio a cui ci riferiamo è dovuto al fatto di essere andati in onda a quasi tre anni di distanza dall’ultima puntata della seconda stagione. E per il mondo della tv, tre anni sono quasi un’epoca.
Era il marzo 2019, ed effettivamente tutti quanti noi vivevamo in un’altra epoca, ignari di quello che sarebbe cominciato dodici mesi più tardi. Proprio la pandemia ha rallentato i tempi per il ritorno sul set di Lino Guanciale nei panni di Cagliostro, cosa poi avvenuta solo a fine estate 2021. È servito un altro anno, infine, per poter rivedere La Porta Rossa in televisione.
Ecco, ci vuole coraggio ad accettare che una storia interrotta tre anni fa torni in tv dopo così tanto tempo: eppure, sarebbe stato impensabile rinunciare a quello che già sappiamo essere il capitolo finale della serie ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi. E poco importa se gli ascolti non saranno più quelli di tre anni fa: ai tempi La Porta Rossa -ma in generale la fiction proposta da Raidue– superava anche i tre milioni di telespettatori ed il 12% di share. La prima puntata dell’11 gennaio 2023, invece, si è fermata a 1,5 milioni (8%).La Porta Rossa, d’altra parte, è una di quelle serie che più di altre necessita di una chiusura: proprio come il tema del lutto affrontato nel corso degli episodi, anche il racconto del fantasma Cagliostro, che vorrebbe varcare la porta che dà il titolo alla serie e trovare la pace eterna ma resta bloccato tra i vivi, è stato pensato per avere un inizio, uno sviluppo e una fine.
La terza stagione, quindi, si snoderà sia sul binario dell’investigazione che ha caratterizzato anche le due stagioni precedenti, ma dovrà anche dirigersi verso una chiusura per il protagonista, gli altri personaggi e soprattutto il pubblico. Fa parte di quel patto non scritto con i telespettatori, per cui ogni racconto proposto non può restare in sospeso (e quante volte siamo rimasti delusi da finali mai giunti…).
E sarà un dispiacere quando La Porta Rossa si sarà concluso: in questi anni, ne abbiamo viste di serie italiane che si sono arrogate il vanto di essere “qualcosa di nuovo” nel panorama seriale italiano, salvo poi finire per raccontare quasi le stesse storie già viste altrove lasciando l’amaro in bocca. La Porta Rossa è sì una chiara ispirazione al cult “Ghost”, ma la sua ambientazione triestina e la capacità di aver sapientemente fuso sovrannaturale e crime senza fare danno a nessuno dei due generi è qualcosa che deve servire di lezione a chi vorrà proporre delle storie dal sapore nuovo.