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La pista, Rita Pavone torna in tv: “Non sarò una giurata cattiva. I talent mi piacciono, ma rendono frustrati i giovani”

La giurata de La Pista dice la sua sui talent show

pubblicato 24 Marzo 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 06:31

“La cattiveria non è nella mia indole”. Con queste parole Rita Pavone, intervistata da Nazione-Carlino-Giorno, assicura che a La pista, il nuovo show di Rai1 in onda a partire da venerdì prossimo in prime time con la conduzione di Flavio Insinna, interpreterà il ruolo di giurata in modo soft. Al suo fianco, come noto, ci saranno Gigi Proietti e Claudia Gerini, col compito di giudicare le prove (di danza e di canto) degli otto concorrenti. A proposito di danza, la cantante, tornata sulle scene da qualche mese con l’album Masters (per il quale ha ricevuto addirittura la telefonata del Papa) dopo 9 anni di assenza, ha spiegato:

Ho sempre ballato. Non potrei giudicare la tecnica ma l’armonia sì, l’espressività ugualmente, il fascino del movimento. Sul ballo moderno devo dire che sono abbastanza attrezzata, ho avuto grandi maestri. Come Antonello Falqui, a cui devo tutto, ovvero essere diventata un’artista rotonda, lui non si accontentava che io sapessi cantare, dovevo imparare a recitare, a ballare, parlare…

Immancabile la domanda sul genere talent show; persino sorprendente la risposta per un’artista che in passato aveva elogiato questo format televisivo:

I talent, vede, mi piacciono, ma è come andare all’università senza aver fatto le elementari. Un ragazzo si trova su una ribalta amplificata, quale è la televisione, conosce subito denaro e fama e per uno che vince ce ne sono tanti altri a cui non resta altro che la difficile gestione della frustrazione. Il talento da solo non basta, deve essere accompagnato da personalità e la personalità si forma con la crescita.

La Pavone, che recentemente si era dispiaciuta “che non mi abbiano chiamato al Festival per festeggiare i 60 anni della Rai, con tutto quello che ho fatto per la tv di Stato”, ha indicato nell’assenza di una vera gavetta il problema dei talent show in quanto “ora i giovani entrano in meccanismi complessi e non so se hanno forza sufficiente per sostenerli”. Quindi ha aggiunto:

E poi non hanno modelli. Qualcuno da studiare, da assimilare, da elaborare e lasciar decantare fino a che non affiora il tuo stile, la tua cifra.

Quando le è stato chiesto quali siano i personaggi della tv odierna che reggono il confronto con i grandi del passato, la Pavone ha fatto tre nomi:

Alla regia Roberto Cenci mi ricorda molto Antonello Falqui; certo non ci sono più una Delia Scala o un Walter Chiari, però abbiamo una splendida donna e artista che è Lorella Cuccarini, a torto sottovalutata dalla televisione. Abbiamo l’incona Carrà. Tanta altra roba in giro non ne vedo.