La mia musica, Stefano Fisico a Blogo: “La mission? Il racconto, l’empatia, svelare aspetti del cantante che normalmente non si trattano”
Intervista a Stefano Fisico, alla guida de “La mia musica”, il nuovo programma di Sky Uno, in onda ogni sabato, alle 16.
Dopo il successo del primo format televisivo “Mara Impara – La nuova musica”, andato in onda su Sky Uno lo scorso autunno, Billboard Italia si mette di nuovo in gioco con una produzione originale per dar voce agli artisti: “La mia musica”.
Il nuovo programma andrà in onda su Sky Uno (canale 108, digitale terrestre canale 455) ogni sabato pomeriggio alle ore 16.00, a partire da domani, sabato 18 maggio, e racconterà attraverso un’intervista a tutto tondo i protagonisti della musica italiana come nessuno ha mai fatto finora. Billboard Italia, grazie all’ormai consolidato host Stefano Fisico, accompagnerà così gli spettatori alla scoperta dei loro idoli, che sono stati raggiunti in location inedite grazie al main partner Seat.
Si comincia domani con la messa in onda della puntata monografica dedicata a Ligabue, per proseguire poi con Ultimo, Fedez, Arisa, Eros Ramazzotti e Andrea Bocelli. Il protagonista di ogni monografia ha raccontato se stesso, le passioni e la propria produzione musicale, testimoniata da video di repertorio, video inediti o performance ad hoc.
Dopo Ligabue, seguiranno le monografie di Ultimo (25 maggio), Fedez (1 giugno), Arisa (8 giugno), Eros Ramazzotti (15 giugno) e Andrea Bocelli (22 giugno).
Ogni puntata è sempre disponibile anche on demand, visibile in mobilità su Sky Go e in streaming su NOW TV. Billboard Italia è un affermato hub creativo e produttivo multipiattaforma, che dà voce agli artisti e mostra al pubblico l’innovazione che sta attraversando la scena musicale italiana.
Abbiamo contattato Stefano, alla vigilia del debutto del programma, per scoprire qualche anticipazioni sul programma e su quello che vedremo, tutti i sabato, a partire da domani.
Debutta domani, su Sky Uno, dalle 16, “La mia musica”. Primo appuntamento con Ligabue…
Sì, sono andato a Correggio da Luciano, ci ha aperto le porte allo studio dove ha prodotto l’ultimo album Start. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata su diversi argomenti. Lui è un artista totale, fa il cantante, produce film, è regista… abbiamo analizzato tutto il suo percorso in questi anni, non solo dell’ultimo disco. Abbiamo parlato di come è nato l’amore per il cinema, la scrittura di Radiofreccia, gli aneddoti che sono nati da quelle prime volte nella quali, con uno sceneggiatore accanto, ha iniziato a scrivere la sceneggiatura del film. E anche, ad esempio, del primo album. Mi ha fatto molto ridere perché era il 1990. Quando uscì c’erano i Mondiali di calcio ed è combaciato con il suo primo radio tour… mi raccontava che lui andava per promuovere il disco e la domanda era “Ma secondo te deve giocare Vialli o Schillaci?” (ride) A un certo punto parlava direttamente di calcio. Mi ha parlato del suo primo Campovolo: non pensava di poter raggiungere certi numeri ed è stata una grandissima emozione. E mi ha anticipato che il prossimo anno farà trent’anni di carriera, potrebbero esserci delle grandi sorprese. La cosa che mi è piaciuta di più è che, nonostante la grandezza di tutti gli artisti che ho incontrato in queste puntate, si sono lasciati tutti andare. La mission del programma è quella di avvicinare a coloro che guardano i loro miti per svelare degli aspetti che normalmente non si trattano. Sono stati disponibili, aperti a raccontare cose di loro che normalmente non raccontano. Ne sono molto felice e ringrazio tutti coloro che, in questi mesi, hanno lavorato con me alla riuscita di questo programma.
Ci sarà quindi sia il lato pubblico che quello personale.
Sì, ad esempio con Fedez abbiamo fatto un percorso molto importante sulle sue origini che lui non si aspettava e gli è piaciuto moltissimo. Con Arisa, abbiamo voluto farla cantare in un modo particolare. Ultimo… cucinerà! (ride). Abbiamo cercato davvero, da quando sono entrato a far parte di Billboard, di mettere a proprio agio gli artisti. Sono persone come noi, hanno le esigenze di tutti. Il riuscire a togliere questo gap, questo timore reverenziale nei confronti di grandi artisti che fanno numeri pazzeschi e vederli raccontarsi. Ad esempio Ligabue che ricorda di come Domenica Procacci gli ha detto che gli piaceva l’idea di Radiofreccia e alla fine gli ha detto “L’unico che lo può fare sei tu. Ti metto uno sceneggiatore di fianco e lo scrivi”. Sai proprio l’emozione di uno che torna bambino, per la prima volta fece una cosa che non aveva mai in mente di fare? Personalmente e umanamente mi è piaciuto molto, spero sia l’inizio di una serie di possibilità di far conoscere gli artisti a 360 gradi.
Secondo te, visto che hai proprio parlato di questa capacità e necessità di scavare nell’animo degli artisti, qual è il segreto, secondo te, per metterlo a proprio agio, per raccontarsi?
A mio avviso, fargli capire che sei semplicemente una persona che ha il piacere di farci quattro chiacchiere. E che non sei fan. Li devi trattare come se fossero dei tuoi amici, con tutto il rispetto per quello che hanno fatto. Ed entrare in empatia… lì non c’è un segreto. Il riuscire a trovare un feeling con l’artista, metterlo a proprio agio. Se, ad esempio, sul set, ti ritrovi con l’artista, a pranzo, e mentre stai mangiando una carbonara ti raccontano degli aneddoti della loro vita, off record, lì hai vinto. Significa che si fidano di te e questa cosa vale tantissimo.
E lì entra proprio in gioco anche la fiducia…
Sì, esatto, la fiducia che puoi creare con gli artisti. Quanta gente potranno avere intorno? Tantissime, ma sono persone molto tranquille. La registrazione de “La mia musica” necessita di 5/6 ore per l’artista. Non è poco… Partendo da Luciano, il cantante con cui debutteremo domani, lui si è messo a disposizione, ci ha aperto il suo studio e il suo museo che ha a Correggio. Quando arrivi in città, respiri proprio l’aria di Ligabue, sembra quasi una città “sua”. E questa cosa è bella, non tutti sarebbero disposti, nella loro grandezza, a fare una cosa così. La mission è proprio quella di entrare a casa della gente e far notare che i loro miti sono delle persone normalissime. Credo sia, in questo momento, una cosa importante. In questo periodo, dove tutto è esasperato, veloce, hai questi 20 minuti di programma, dove vedi la tranquillità di persone che, magari, il giorno prima, hanno conquistato 4 dischi di platino o vinto awards in giro per il mondo.
Hai accennato che sono sei puntate. Si parte da Ligabue, poi ci saranno Fedez, Arisa, Andrea Bocelli, Eros Ramazzotti e Ultimo. Senza togliere nulla a nessuno, ma tra tutti questi, c’è qualcuno che ti ha sorpreso di più o un’immagine che non pensavi, una sfumatura inaspettata?
Ti direi diversi… Nel senso che alcuni di loro, era la prima volta che li incontravo. Sicuramente la semplicità di Luciano mi è piaciuta moltissimo, la coerenza di Fedez. Di Arisa, la conosco, non posso che parlartene bene… è lei, è Arisa. Ho apprezzato molto l’umiltà di Ultimo. Nonostante tutto quello che può essere sembrato, negli ultimi mesi, è un ragazzo molto centrato. Ho cercato di mettermi nei suoi panni. E ti pongo la domanda: “Ma se tu a 23 anni avessi un’esplosione del genere, riusciresti a gestirla?” Ti faccio un parallelo: è come un giocatore che dalla serie C va alla giocare nella Juventus e gioca la Champions League. Nel momento in cui mi sono trovato di fronte a lui -con la carbonara – ho trovato un giovane che era se stesso, con le fragilità di un ragazzo della sua età ma con la tranquillità di fare ciò che gli piace: la musica. Poi, è chiaro, Eros mi è piaciuto per il modo di fare, è sempre uno che ne ha viste tantissime, il suo ritorno è stato importante. Gli faccio anche un ‘In bocca al lupo’ per il problema che ha avuto in questi giorni. E’ sempre stato carino e disponibile con noi. Con lui, per esempio, siamo finiti a parlare anche di calcio! Sono state tutte puntate diverse fra di loro, ognuno di loro mi ha sorpreso. La cosa più bella di questo mestiere è poter avere di fronte artisti- che molti vedono “distanti”, allo stadio, in palazzetto o in tv- e riuscire ad emozionarsi di certe loro uscite. E’ la cosa più bella e naturale. Qualcuno si è anche emozionato eh… ma non posso dire di più! (ride). Uno dei miei miti era Andrea Bocelli e, in questo caso, mi è molto piaciuto vederlo… giocare al pianoforte. Non posso aggiungere altro.
Una mia curiosità. Ci sono sei puntate con artisti italiani. Immaginando una sorta di spin off con cantanti stranieri, chi ti piacerebbe intervistare e “conoscere”?
Guarda, la mia formazione musicale è pop mainstream, indie e musica elettronica… te li spazio in questi campi, ok? Parto con Madonna… mi piacerebbe perché potrebbe raccontarti un sacco di cose, Sting… Nella musica elettronica mi piacerebbe fare una chiacchierata con Giorgio Moroder, un grande dj che ha creato successi immensi. A livello di band… Mick Jagger: hanno una storia alle spalle che potrebbe far emozionare qualsiasi persona. Ieri ho visto un video su Internet, ha 75 anni si mette a cantare e ballare come un ragazzino, non so come faccia. Anche Bono Vox. Poi Beyoncé e Justin Timberlake – una vera mente- Drake o Snoop Dogg. Gli Swedish House Mafia, tutti e tre insieme (sorride). Ce ne sono tanti… In campo latino americano, anche J Balvin o Daddy Yankee, per studiare e conoscere questa nuova generazione che sta prendendo piede anche in festival importanti. Da grande fan, invece, mi sarebbe piaciuto intervistare Michael Jackson e Freddie Mercury…