La luce nella masseria non è una fiction sulla Rai e si salva con un racconto familiare replicabile oltre l’evento: la recensione
Nessuna autocelebrazione, ma uno sguardo sul pubblico, quel pubblico che ha visto la rivoluzione portata dalla tv mentre viveva le proprie vite
Non una favola, non un’autocelebrazione. La luce nella masseria, film-tv pensato in occasione dei 70 anni della Rai, è prima di tutto la storia di una famiglia che, negli anni della diffusione dell’apparecchio televisivo, s’intreccia con quella piccola grande rivoluzione che è stata, appunto, la tv. Un intreccio in cui una parte non sovrasta l’altra, a favore del godimento di una storia sì semplice, ma scorrevole.
La recensione de La luce nella masseria
La Rai avrebbe potuto commissionare ad Èliseo Entertainment un film-tv che ripercorresse quei primi anni di trasmissioni diventate poi storiche e parte integrante del racconto di ciò che è diventato la tv. Un’autocelebrazione che avrebbe lasciato il tempo che avrebbe trovato.
Con la luce nella masseria, invece, il ragionamento fatto è stato differente: proporre al pubblico una storia familiare ambientata in una città (Matera) del Sud Italia, dove la tv giunge più tardi rispetto al Nord, come un’onda passata altrove e i cui effetti già si conoscono. Ma la tv non è centrale in questo racconto: piuttosto, l’avvento del televisore è un filo conduttore che fa da accompagnatore alla trama principale e che, piano piano, svela la sua presenza, fino al finale in cui proprio grazie ad una serata davanti alla tv la famiglia protagonista si riappacifica.
Il senso dell’operazione è molto chiaro: festeggiare i 70 anni della Rai raccontandoli dal punto di vista degli spettatori. E non degli spettatori qualunque, ma coloro che hanno vissuto la tv come qualcosa di davvero nuovo e rivoluzionario, capace di trasformare una trasmissione in un evento e di rendere chi avesse un apparecchio in casa qualcuno di importante. Ma sopratutto, capace di unire.
Se qua e là assistiamo alle sfaccettature con cui la tv si è presentata -dall’informazione all’intrattenimento, fino alla divulgazione del Maestro Manzi-, resta primaria la sua funzione di creare comunità. E quale comunità migliore per raccontare gli albori della tv se non quella familiare?
La sceneggiatura offre così un racconto che, a ben vedere, non offre nulla di nuovo rispetto a numerose altre fiction del passato Rai: il racconto del passato, della vita di campagna, l’amore corrisposto ma non vissuto, il lieto fine. Così facendo, però, La luce nella masseria si è guadagnata un posto non solo negli eventi per il 70esimo della tv di Stato, ma anche nel catalogo di fiction da vedere in altre occasioni.
E questo non può che essere un punto di forza: a fronte di una trama semplice, che più generalista non si può, il racconto si adatta a molteplici occasioni, dotandosi di una replicabilità che supera l’evento e che regala al catalogo Rai un fiction che parla di sé, ma anche di altro.