La Grande Storia 2018, otto nuove puntate sul Novecento
La Grande Storia torna nel prime time di Rai 3.
Otto puntate da questa sera, venerdì 15 giugno, per raccontare aspetti meno battuti del Novecento: torna su Rai 3 in prima serata La Grande Storia, con il commento di Paolo Mieli e documenti in parte inediti e a colori, o colorizzati, per riattraversare momenti clou dello scorso secolo.
Il format non cambia, ma si arricchisce di nuovi contributi filmati che si aggiungono alle interviste a storici, esperti e testimoni del periodo e degli argomenti trattati, ormai cari al programma: si va dalle due grandi Guerre mondiali ai totalitarismi occidentali, col Fascismo e il Nazismo sempre in primo piano. Si cerca, però, di guardare agli aspetti ‘sociali’ della storia, raccontandola attraverso l’analisi della cultura sportiva durante le dittature, le città di fondazione, il sistema di propaganda attraverso le immagini, l’esoterismo nazista, ma anche temi più originali e meno frequentati come lo sguardo dei paesi europei democratici sulla dittatura fascista, il rapporto tra massoneria e fascismo, la bomba atomica, lo stupro come arma di guerra.
Non mancano appuntamenti a tema legati a particolari anniversari e avvenimenti: non si dimenticano gli 80 anni dalla promulgazione delle Leggi razziali del 1938, i 40 anni dalle dimissioni del Presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1978, anno che vide anche la Legge Basaglia, mentre si cerca di approfondire anche la Questione Mediorientale e la nascita di Israele voluta dopo la Guerra, nel 1948, 70 anni fa.
La Grande Storia | Prima puntata | 15 giugno 2018
Tre documenti per la prima puntata.
Si parte con “Propagande”, dedicata allo studio dell’architettura fascista e delle città fondate dal Regime. Antonio Carbone e Enzo Antonio Cicchino ci portano a conoscere quelle che sono diventate rapidamente una vetrina del regime: delle 100 realizzate, la prima delle quali fu Littoria – inaugurata nel dicembre 1932 e oggi Latina – se ne considerano solo alcune, come Predappio, il paese natale di Mussolini, Carbonia e TorViscosa, Segezia, Aprilia e Sabaudia.
Ne “Il Duce e l’America” di Nicola Bertini vediamo un Mussolini per molti versi inedito, ovvero attraverso gli occhi e i commenti dei corrispondenti dei maggiori giornali americani che seguirono la sua visita negli anni Venti. Lo raccontarono come un uomo nuovo, giovane, attivo, deciso, l’unico capace di cambiare la storica indolenza del popolo italiano. Una passione che terminò alla metà degli anni Trenta, con le guerre d’Etiopia e di Spagna e l’alleanza sempre più stretta con la Germania hitleriana.
Un punto di vista americano è al centro anche della terza puntata, , realizzato da Ilaria Degano e incentrato sul viaggio compiuto nel 1937 da Julien Bryan nella Germania nazista. Con la sua cinepresa riesce a filmare le contraddizioni e i lati oscuri della società tedesca: la vita quotidiana, il lavoro in fabbrica e nei campi, la Gioventù hitleriana, la manifestazione del partito a Norimberga, le piccole e grandi discriminazioni contro gli ebrei, con le immagini sulla mostra di Monaco sull’arte degenerata e le ultime testimonianze della sinagoga di Norimberga, prima della sua demolizione. Sono proprio le sue immagini e i suoi commenti a far capire negli USA cosa stava succedendo in Germania e chi era davvero Hitler.