La Gabbia di Paragone chiude la stagione attaccando Jovanotti e Lilli Gruber
Gruppo Bilderberg e summit segreti nell’ultima puntata de La Gabbia
La Gabbia ha chiuso la sua seconda stagione su La7, con Gianluigi Paragone che ha dato appuntamento a settembre prossimo. In attesa di capire se il talk troverà una nuova collocazione nel palinsesto (il giovedì si è liberato, mentre l’esperimento della domenica è stato fallimentare dal punto di vista degli ascolti), nella puntata di ieri sera sono stati trasmessi due servizi particolarmente interessanti, perché tirano in ballo due personaggi molti popolari per il pubblico televisivo (e non solo).
Paragone è tornato a parlare del Gruppo Bilderberg e si è rivolto anche alla collega Lilli Gruber (che sarebbe stata invitata), conduttrice di Otto e mezzo su La7 (è stata esplicitamente chiamata in causa nel servizio di Marco Ferini, mentre Paragone in studio ha usato una perifrasi ma il riferimento è chiaro):
Chi parla tanto di trasparenza e democrazia, chi ha giurato sulla Costituzione, è senatore a vita e ha fatto il Presidente del Consiglio, chi intervista per conoscere i fatti e la verità. (…) A me questa segretezza puzza tanto, devo dire la verità. Un nostro giornalista è stato schedato senza un motivo vero. Chi è contro la democrazia, chi vuole sapere o chi si blinda in questi alberghi facendosi scudo di un apparato militare. Perché? Serve ancora la Costituzione? Serve ancora l’Ordine dei Giornalisti? La libertà..
Subito dopo Paragone ha lanciato un servizio dal titolo “Jovanotti alla corte di banche e multinazionali”. L’accusa rivolta al cantautore è di essere “stato invitato ad uno di questi incontri segreti” con banchieri e potenti del mondo. Ossia, così come esplicitata da Nessuno nel servizio:
In Italia il Potere si è servito di Jovanotti. (…) Ha partecipato ad una riunione segreta organizzata da Google, ma non può dire che è segreta. Lui che scrive fiumi di testi non può parlare.
Paragone in studio ha aggiunto:
Jovanotti ammette (in un incontro all’università di Firenze, qui il video Ndr) che non può parlare liberamente di queste cose. Per un cantautore privarsi della libertà di parola è una privazione significativa.
Molto più duro (“sei in mala fede, dici e scrivi caxxate, sei bugiardo“) era stato il giornalista in radio nei giorni scorsi, a Benvenuti nella giungla, come potete ascoltare nel video in apertura di post.