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La Festa Italiana della Balivo… è un “centone” televisivo

Festa Italiana – Caterina Balivo Festa Italiana è un programma che non finirà mai di stupirci. O forse dovremmo dire che non finirà mai. Di anno in anno, un contenitore su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo – e che nasce come spin-off barocco de La Vita in Diretta – cambia la propria formula, da

pubblicato 4 Marzo 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 17:57


Festa Italiana – Caterina Balivo
Festa Italiana - Caterina Balivo
Festa Italiana - Caterina Balivo
Festa Italiana - Caterina Balivo
Festa Italiana - Caterina Balivo

Festa Italiana è un programma che non finirà mai di stupirci. O forse dovremmo dire che non finirà mai. Di anno in anno, un contenitore su cui nessuno avrebbe scommesso un centesimo – e che nasce come spin-off barocco de La Vita in Diretta – cambia la propria formula, da una parte per adattarsi ai tempi e sopravvivere in palinsesto, dall’altra per essere meno peggio della stagione precedente.

Mai come quest’anno i numeri stanno confermando che Festa Italiana è diventato per la prima volta un programma competitivo. Un programma che, comunque, non erode ancora la leadership di Maria De Filippi con Uomini e Donne, visto che solo in rarissime occasioni è avvenuto il sorpasso. Un programma che è riuscito, come una sanguisuga, a fare risultato attingendo alle idee di tutti.

Se fino all’anno scorso uno squallido salottino ospitava personaggi di varia umanità, alternando patetiche recite scolastiche di baby-talenti dimessi e testimonianze degne di una sagra paesana, nell’edizione in corso la parola d’ordine è people show. La conduttrice, infatti, non contenta di aver condotto I Sogni son desideri in prime time con un budget da La7, ha ri-adattato la tv dei sentimenti in daytime, come quei vestiti buoni che un tempo mettevamo di sera e ora indossiamo per andare a fare la spesa.

Non a caso, punto di forza di Festa Italiana sono le nuove rubriche Per capirti e Ti Cerco, ovvero un mix tra l’Amici vecchio stampo con un pizzico di C’è Posta per te e un ammiccamento alle carrambate (Nicoletti, nel suo Jekyll, ribadisce continuamente che le lacrime della Balivo sono aizzate dalla glicerina). Posto che in tv nessuno si inventa più nulla, qui non ci si limita a ispirarsi ai trend televisivi più in voga, ma a saccheggiarli a mani basse.

Gli ospiti vip – nella puntata di oggi abbiamo visto il vincitore di Sanremo Giovani Tony Maiello – si contano ormai sulle dite di una mano e sono al centro delle trovate autoriali più scontate. All’inizio della stagione trionfavano dalla Balivo le interviste-quiz: giocando a dadi intervistatrice e ospite dettavano di volta in volta le proprie condizioni (in stile Piroso a Niente di personale). Ora è arrivata l’intervista cinematografica, ovvero l’impostazione fotografica alla Bonolis del Senso della vita rivisitata in chiave pop corn.

C’è insomma sempre e comunque un’astuzia di fondo: quella del rimpasto autoprodotto. Bisognerebbe per questo nutrire una stima smisurata per gli autori dietro Festa italiana, perché sono riusciti a dare un senso al nulla, a trasformare uno degli artifici televisivi meno credibili in un programma con una sua struttura, nonché più all’altezza di RaiUno rispetto ai desolanti esordi.

Festa Italiana è in definitiva un centone in piena regola, volendo riferirci a un genere letterario su cui la dotta Balivo, a suo dire esperta di sane letture, dovrebbe essere più che informata. Prima che fosse introdotto il diritto d’autore, quindi specialmente in età classica e umanistica, sorgevano senza scandali dei testi composti da un collage di frasi di autori od opere diversi, che davano così vita a opere originali e non soggette a plagio. L’etimologia del lemma latino si riferisce a un panno formato da pezze di tessuti vari.

Insomma, per dirla con parole moderne Festa Italiana è un patchwork perfetto, un saggio copia e incolla da cui persino i parassiti più astuti avrebbero di che imparare. Prendi tutti i punti di forza della concorrenza, approfitta del fatto che l’Italia sul Due non è più quella di una volta (i bei tempi acchiappaudience della ditta Leofreddi-Infante), punta ad un pubblico diverso da quello della Setta, più sdolcinato che polemico, e l’ascolto sale.

In tutto questo che dire della Balivo? Effettivamente, sostituire una che fa risultato come lei con una conduttrice tanto brava quanto altrettanto acerba come Georgia Luzi – come prospettato in anteprima da TvBlog – non ha molto senso. Finché sognare non sarà un reato, uno spererebbe di vedere un programma simile condotto da Alda D’Eusanio, rimasta nuovamente disoccupata.

E invece non resta che accontentarsi di un caschetto (copiato pure quello?) alla Ambra di Non è la Rai, di una conduttrice che ha fatto dell’antipatia il suo punto di forza e la sua ascesa nel mondo dello spettacolo. La Balivo è come la lolita di Boncompagni che fu: c’è. E abbiamo imparato a farcene una ragione. Come l’assenzio che il dottore, in questo caso impersonificato dalla Rai, addolcisce con un po’ di sana melassa.

Festa Italiana - Caterina Balivo

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Festa Italiana - Caterina Balivo
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Festa Italiana - Caterina Balivo
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