Home Serie Tv La Fantastica Signora Maisel la terza stagione prosegue la “rivoluzione” di Midge ma siamo pronti alla svolta definitiva?

La Fantastica Signora Maisel la terza stagione prosegue la “rivoluzione” di Midge ma siamo pronti alla svolta definitiva?

Sterling K. Brown e Lisa Weil guest star d’eccezione che impreziosiscono le nuove otto puntate della serie Amazon

pubblicato 9 Dicembre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 10:16

Sappiamo come finirà la storia di Midge, ma non quando e come ci arriveremo.

Questo il pensiero di Amy Sherman-Palladino e del marito e partner lavorativo Daniel Palladino riguardo a La Fantastica Signora Maisel, appena tornata su Amazon Prime Video con gli 8 episodi della terza stagione.

Il duo non sa ancora le ultime 4 parole, al contrario del famoso precedente di Una Mamma per Amica. Ma a differenza del loro precedente lavoro sono convinti di poter andare avanti con Amazon senza problemi, senza esser costretti a lasciare tutto improvvisamente per poi riprenderlo anni dopo. I due autori, infatti, lasciarono Una Mamma per Amica alla sesta stagione potendo realizzare il loro finale solo grazie alla miniserie Netflix, un finale che adesso troppe voci e rumor senza alcun fondamento vorrebbero distruggere con una nona stagione che risulterebbe assolutamente superflua.

Fresca di nomination ai Critics’ Choice Awards e ai Golden Globe, che hanno però snobbato l’ottima prova di Alex Bornestein forse ritenendola troppo presente per una candidatura da non protagonista e troppo poco rilevante per una da protagonista premiando la sola Rachel Brosnahan, The Marvelous Mrs. Maisel, o se preferite, La Fantastica Signora Maisel, è tornata pronta a travolgere lo spettatore con il suo ritmo frenetico, serrato e senza sosta.

In hangover di Midge Maisel

Non ci sono vie di mezzo.

O vieni travolto (in senso positivo) o sei già scappato dopo il primo episodio della prima stagione: The Marvelous Mrs. Maisel si ama o si detesta (l’odio è un sentimento troppo eccessivo). Per chi la guarda questi nuovi otto episodi assomigliano più a un antipasto e l’attesa per il ciclo successivo diventa quasi spasmodica, ritrovandoti in hangover da Midge. Ti mancano le sue battute, i suoi monologhi, i suoi movimenti costantemente teatrali, eccessivi, musicali.

La serie Amazon è una favola quasi reale, più onirica che vera, proprio per questo si perdonano alcuni eccessi, alcuni difetti, alcuni risvolti che potrebbero risultare improbabili ma che finiscono per essere funzionali alle scenette di cui si compone la serie. Un susseguirsi di situazioni in cui manca solo il sipario che si apre e che si chiude, ma che ipnotizzano grazie a dialoghi brillanti, quasi impossibili da seguire per la rapidità del rimpallo continuo.

La forza della serialità anche in streaming

In questa terza stagione vediamo decollare la carriera di Midge che parte in tour con il cantante Shy Baldwin, ritrovandosi davanti a diverse tipologie di pubblico, potendo così lavorare costantemente sul suo stile, sui suoi monologhi rompendo lo schema della casalinga tradita e mamma single e aprendosi anche all’improvvisazione. Tutto si fa più complicato.

Partire vuol dire lasciare i figli, sempre più sacrificati davanti agli impegni dei genitori. Ma l’attenzione che in questa stagione c’è verso i piccoli di casa Maisel non è una risposta alle accuse che in passato qualcuno ha rivolto alla serie. Infatti Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino hanno, giustamente, sottolineato come non era necessaria alcuna “giustificazione” al comportamento di Midge che spesso sembra dimenticarsi di essere una madre perchè a nessun protagonista maschile di una qualunque serie sarebbero rivolte lo stesso tipo di accuse.

E per fortuna che è la serie ad essere ambientata negli anni ’60…

La capacità di far evolvere i propri personaggi è il sale della serialità, quel gusto di vedere diverso anni dopo quel personaggio conosciuto all’improvviso in una sera d’autunno, quasi per caso e di cui ci si è affezionati. Nonostante lo streaming, nonostante il binge-watching e l’imperversare delle miniserie più semplici da gestire, sacche di resistenza di serialità di qualità esistono ancora. Per fortuna.

Guest Star imperdibili

La terza stagione è impreziosita dalla presenza di due guest star d’eccezione come Lisa Weil, riportata nell’universo “Palladino” dopo Una Mamma per Amica e soprattutto Sterling K. Brown un attore incredibile, che renderebbe indimenticabile anche la lettura dell’elenco del telefono (se ancora esistessero).

Ma in tutta questa perfezione The Marvelous Mrs. Maisel ha anche qualche difetto. L’indugiare nei numeri musicali, rimanda troppo agli stacchi di uno show televisivo necessari per spezzare il ritmo vorticoso ma forse un po’ ridondanti nel passare delle puntate. Spiace inoltre vedere come dopo 26 episodi gli altri personaggi oltre Midge e Susie fatichino ad avere soddisfacenti storyline risultando più dei satelliti che ruotano intorno alla protagonista. In questo senso il tentativo più riuscito è quello legato a Sophie Lennon, diventata cliente di Susie, che proverà ad andare oltre il suo ruolo di comica da sketch.

Bisogna però riconoscere come Midge sia stata la forza centrifuga, la rivoluzione che scuote le menti di Abe, Rose, Joel, capaci di uscire dai propri schemi e recinti in cui erano rinchiusi solo grazie alla sua presenza. E proprio per questo faticano ad allontanarsi.

…e il futuro?

Il finale della terza stagione apre le porte a una nuova e travolgente rivoluzione, ad altri cambiamenti. Sarà ora ai coniugi Palladino trovare la giusta formula per evitare che la serie finisca per incartarsi su schemi familiari e riesca a fare un ulteriore salto in avanti verso la perfezione. In fondo se già sanno come farla finire c’è solo da tracciare il giusto percorso.