La dama velata, su Raiuno il feuilleton che vuole essere moderno usando il thriller
Su Raiuno La dama velata, fiction che racconta le vicissitudini di Clara, costretta dal padre a sposare un uomo di cui non sa nulla e che deve lottare contro la zia, che vuole per il figlio l’eredità
I temi del melodramma e del thriller nel contesto dell’Impero Austro-Ungarico di fine Ottocento sono al centro de La dama velata, la fiction in dodici puntate (sei prime serate) in onda da questa sera alle 21:10 su Raiuno. Una fiction che torna indietro nel tempo senza però dimenticare un ritmo che permette ai protagonisti di affrontare le vicissitudini come in un moderno sceneggiato.
Ad interpretare la protagonista, una donna costretta a dover lottare contro una società patriarcale e nemici che temono possa distruggere i loro piani, c’è Miriam Leone. La fiction, in realtà, racconta la vicenda della protagonista che diventa la “dama velata” solo verso il finale della serie: Clara Grandi è figlia del Conte Vittorio Grandi (Luciano Virgilio), che quando è nata non l’ha riconosciuta, dandole la colpa per la scomparsa di sua madre. La ragazza, così, cresce nella tenuta di San Leonardo, con l’affetto di alcuni contadini.
Diventata adolescente, Clara torna a Trento per volere del padre, che ha trovato per lei un marito: la preoccupazione dell’uomo, infatti, è quella di avere un erede. La ragazza, però, si rifiuta di avere un sposare un uomo che non conosce ed, aiutata dall’amico d’infanzia Matteo Stainer (Jaime Olivas), cerca di fuggire.
Così, Clara conosce il Conte Guido Fossà (Lino Guanciale), uomo che ha ai piedi tutte le donne di Trento. La donna, però, non sa che è proprio lui l’uomo che suo padre ha deciso che deve sposare. Nonostante l’imposizione, però, tra i due affiorano che sentimenti che non riescono comunque a permettere loro di essere tranquilli: Clara capisce che Guido non vuole saperne di lei, e decide così di conquistarlo, sebbene abbia sempre il dubbio che lui la stia tradendo e che neanche la nascita di loro figlia Aurora potrà aiutarla.
A Trento, però, Clara deve anche affrontare l’ira di zia Adelaide (Lucrezia Lante Della Rovere), che trama contro la ragazza per fare in modo che i beni di famiglia vadano al figlio, l’avvocato Cornelio (Andrea Bosca). La donna si metterà contro Clara, cercando di farla allontanare da Guido e di istigarla ad avere una serie di dubbi che la porteranno a sparire nelle acque dell’Adige, facendo pensare a tutti che sia morta. In realtà, Clara è decisa a sconfiggere Adelaide e, diventando la “dama velata”, compirà una serie di azioni per averla vinta. Oltre a loro due, però, Clara deve anche vedersela con altri personaggi, come Gerard (Paolo Mazzarelli), amico di Guido, che minaccia di rivelare i segreti del passato dell’uomo, mentre la Baronessa De Blemon (Juana Acosta) aiuterà Guido a finanziare il suo setificio.
La fiction è prodotta da Rai Fiction, Lux Vide e Telecinco Cinema, con la collaborazione della Trentino Film Commission. Il soggetto è di Lucia Zei, con la supervisione alle sceneggiature di Francesco Arlanch e la regia di Carmine Elia. Un melodramma che, inevitabilmente, sfrutta gli elementi del genere cercando, però, di renderlo più moderno. Arlanch ha spiegato che rispetto all’idea di base sono state fatte alcune modifiche proprio per stare al passo con la fiction contemporanea:
“Il soggetto di partenza fondeva il tono e gli elementi melodrammatici con un intento rievocativo di un mondo contadino perduto per sempre, analogo a quello rappresentato nell’ ‘Albero degli zoccoli’, di Ermanno Olmi. Pur con il desiderio di conservare tale intento, i produttori e Rai Fiction avevano rilevato la necessità di conferire maggiore ritmo alla vicenda e articolare in modo più serrato le svolte narrative, così da rafforzare l’arco della storia lungo le sei serate. Soddisfare questa necessità ha richiesto un arricchimento dei protagonisti e degli antagonisti, per intensificare i conflitti fra loro, e marcare più nettamente le atmosfere thriller di tutta la vicenda”.
Anche la location è cambiata, passando da Milano a Trento, anche per usufruire della collaborazione con la Trentino Film Commission:
“Nel soggetto di partenza la storia si svolgeva negli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia, poco dopo la metà dell’Ottocento, e le vicende si dipanavano nella campagna lombarda, fra le cascine di Treviglio e la città di Milano. Ma, per ragioni produttive e di ‘look’ della serie, si era deciso di ambientare la storia alla fine del secolo, sulla soglia del Novecento, e non più in Lombardia, bensì in Trentino. Una diversa ambientazione che, naturalmente, ha comportato la necessità di rivedere molteplici aspetti dei personaggi e diversi snodi dell’intreccio. Il tutto senza dimenticare che passare dalla Lombardia al Trentino, alla fine dell’800, significava passare dall’Italia all’Impero Austro-Ungarico…”
La dama velata, quindi, vuole provare a modernizzare un genere classico come il feuilleton sfruttando misteri ed una narrazione che s’ispira ai period drama stranieri più recenti, tra cui Downton Abbey. Una sfida difficile per la fiction nostrana, spesso attaccata a situazioni e trame che, quando si va nel passato, seguono stili che non portano nulla di nuovo in televisione.