La dama velata, Raiuno cerca il suo Segreto con un feuilleton – soap opera
La dama velata risente del successo del Segreto, portando in tv gli stessi temi e cercando di appassionare un pubblico giovane, senza però proporre temi particolarmente nuovi alla fiction italiana
Niente da fare: l’epidemia de Il Segreto arriva anche su Raiuno, che già con Velvet aveva provato a catturare quel pubblico appassionato della soap opera di Canale 5. La dama velata, infatti, altro non è che una rappresentazione italiana degli stessi temi trattati dalla telenovela, con tanto di cast giovane che ammicchi ad un pubblico giovane che, però, abbia valori tradizionali.
La fiction di Raiuno ha gli elementi della soap da prima serata: una protagonista, Clara (Miriam Leone), ribelle al mondo maschilista che la costringe a lasciare il suo villaggio ed a sposare un uomo, Guido (Lino Guanciale), che sembra interessato solo al divertimento. La zia Adelaide (Lucrezia Lante Della Rovere), che trama affinchè la ragazza se ne torni da dove è arrivata, ed un mistero, quello su come la protagonista si sia salvata dalle acque dell’Adige, che dà il via alla fiction.
Non ci sono idee particolarmente innovative nella fiction, che però adatta il tessuto narrativo del melodramma ad una impostazione che, se è tradizionale negli argomenti, cerca di essere moderna nella scelta degli attori. I protagonisti sono infatti giovani, apprezzati già in passato dal pubblico televisivo ma capaci di dare aria fresca alla prima serata.
Non è loro la colpa se La dama velata risente di certi aspetti che palesano le intenzioni puramente da soap opera della fiction: a co-produrre ci sono gli spagnoli, che sanno come raccontare saghe di questo genere sfruttando le forze di personaggi attraverso cui gli spettatori si identificano o trovano parte del proprio passato.
Ecco, forse in questo manca La dama velata: l’ambientata trentina nell’Ottocento rende tutto più suggestivo ma lontano dall’Italia di quei tempi. In questo senso, la fiction si appoggia sui protagonisti per empatizzare con gli spettatori, rendendo il contesto intorno a loro meno necessario per la comprensione della storyline. In fondo, quel che conta in fiction come questa non è l’ambientazione quanto la capacità degli sceneggiatori di scrivere trame abbastanza credibili da poter convincere il pubblico a voler sapere cosa succederà nella puntata seguente.
Anche questo è un modo di fare soap opera, sfruttando il successo di una trasmissione della concorrenza e mascherando le intenzioni di una fiction all’apparenza moderna con un “velo” di sicurezza verso temi che già noti al pubblico televisivo.